Stop telefonini in classe. I dubbi dei presidi: "Sbagliato limitare la didattica smart"

Negli istituti pratesi da tempo sono vietati per uso personale "Ma la circolare del ministro Valditara rende impossibile anche svolgere lezioni che richiedono gli smartphone".

Stop telefonini in classe. I dubbi dei presidi: "Sbagliato limitare la didattica smart"

Stop telefonini in classe. I dubbi dei presidi: "Sbagliato limitare la didattica smart"

È l’ora della letteratura in classe. Tramite l’applicazione Moodle sul telefonino, gli studenti scansionano un Qr Code e il sistema crea una "nuvola" con le parole chiave più ricorrenti durante il "brainstorming" (discussione collettiva). Succede alle scuole medie Zipoli ma da settembre, stando all’ultima circolare annunciata dal ministro Valditara, questo tipo di lezione che coniuga tecnologia e apprendimento non potrà più essere svolta. Banditi i telefonini in classe per qualunque scopo, anche per finalità didattiche: una stretta che vale per elementari e medie e che la maggior parte dei dirigenti pratesi si riserva di approfondire meglio, circolare alla mano. Sì, invece, a tablet e computer ma sotto il controllo attento del docente. Va detto che in tutte le scuole pratesi il divieto dell’uso personale del cellulare in orario scolastico è normato dai regolamenti approvati dai singoli consigli di istituto, con il ritiro dei dispositivi da parte dei docenti autorizzati oppure con l’obbligo di tenerli spenti negli zaini.

Ora si passerebbe allo stop anche per finalità didattiche. Un pugno duro che suscita non poche perplessità fra i presidi anche se c’è chi pensa possa essere un modo per accentuare un divieto già esistente.

"Lo dico a titolo personale ma questo è un provvedimento radicalmente sbagliato che scambia il problema con lo strumento: bisognerebbe anzi incentivare l’utilizzo consapevole dei device digitali – tuona Mario Battiato, preside del Gandhi e coordinatore della rete dei dirigenti Rispo – Alle Zipoli i cellulari vengono usati anche per la didattica in brainstorming, ad esempio, nell’area letteraria e scientifica. Si rischia inoltre di tagliare fuori tutta la didattica extra scolastica, penso alle visite dei musei dove i ragazzi inquadrano i Qr Code delle opere d’arte". contraddizione di fondo che fa notare Riccardo Fattori, preside del comprensivo Nord, il più grande della Toscana: si vieta la didattica a suon di telefonini ma in tempi di Pnrr si chiede alle scuole di essere sempre più digitalizzate.

"Attendo la circolare per dare una valutazione, però mi limito a far osservare che l’uso didattico del digitale lo abbiamo da anni con i laboratori Stem. Rammento che il digitale ce lo chiede il Pnrr: la mia scuola, come tante altre, è impegnata a tradurre in azioni concrete il decreto ministeriale 66 per la transizione digitale entro il 2026, con percorsi formativi per i docenti sull’uso consapevole dello strumento digitale".

In linea di principio, aspettando la circolare, si dice d’accordo sui divieti Tiziano Nincheri, rettore del Convitto Cicognini, dove per la didattica digitale si usano tablet e non telefonini.

"Il provvedimento ministeriale può essere utile per enfatizzare il divieto già esistente per l’uso personale dei cellulari. Al di là dei disposizioni specifiche delle scuole, è bene che ci sia un’indicazione dall’alto per rimarcare una misura anche agli occhi delle famiglie".

Maria Lardara