REDAZIONE PRATO

Storie e ricordi dei deportati . Prato nell’Olimpo dei podcast

“Memorie di famiglia“ tra le migliori produzioni secondo la newsletter “Questioni d’orecchio“. Per non dimenticare, il viaggio in cinque puntate attraverso testimonianze e interviste.

Virginia Gacci, durante la registrazione di una puntata del podcast

Virginia Gacci, durante la registrazione di una puntata del podcast

In fondo, è tutta una "questione d’orecchio". Soprattutto quando finisci in compagnia di una lunga lista dei migliori contenuti da ascoltare. Quelle totemiche produzioni come nel caso di Rai, Storytel, Sole 24 Ore, Chora Media, OnePodcast.

“Prato: Memorie di Famiglia”, è il podcast segnalato fra i migliori usciti in italiano nel 2024 all’interno della newsletter di Andrea Federica De Cesco “Questioni d’orecchio”, la più seguita del settore. Il podcast è stato realizzato grazie al Museo della Deportazione e Resistenza in collaborazione con ANED Sezione di Prato con il contributo del Comune di Prato e realizzato dal giornalista Lorenzo Tempestini, coadiuvato da Enrico Iozzelli del Museo della Deportazione.

Il primo dei cinque episodi è uscito il 6 marzo 2024. Si tratta di un viaggio attraverso le testimonianze di ex deportati pratesi attraverso le interviste ad alcuni dei loro familiari.

Un podcast che attraverso i ricordi personali ricostruisce, partendo dai luoghi in cui avvennero le deportazioni, il puzzle della memoria collettiva, per tramandare nella forma sonora tematiche oggi sempre più attuali: fanatismo e discriminazione di chi viene avvertito come diverso.

Da Almo Santi raccontato dal nipote Domenico, che riuscì a scappare dalle deportazioni che furono organizzate a Prato da fascisti e nazisti tra il 7 e l’8 marzo del 1944, ad Antonio Cecchi che lavorava al lanificio Pecci, arrestato e deportato per le sue idee comuniste a Mauthausen, dove morì il 5 aprile 1945, fino a Martino Gacci, che dalla Grecia fu internato come militare in Germania e poi, a seguito di una sua ribellione, deportato nel Campo di concentramento di Buchenwald.

"Avere memoria oggi, è un atto rivoluzionario. Lo è ancora di più di fronte alla perdita dei testimoni diretti di fatti fondamentali del nostro passato che il passare del tempo rende inevitabile - sottolinea l’assessore alla Memoria del Comune di Prato Chiara Bartalini -. Non possiamo permettere che questo patrimonio di vissuto così potente si disperda o venga annacquato da pericolosi tentativi di rilettura ideologica della storia. È fondamentale quindi, lasciare una traccia chiara e ben documentata di quel periodo storico per trasmettere alle nuove generazioni il grande valore alla base della nostra democrazia. Abbiamo quindi colto l’opportunità che i nuovi strumenti tecnologici ci mettono a disposizione per arrivare a più persone possibili, linguaggi più immediati per la popolazione più giovane che è proprio quella che vogliamo intercettare".