Donatella Banci Buonamici, 56 anni, è il giudice del momento. Originaria di Prato, ha un cognome importante per la storia della città. La famiglia Banci Buomanici era uno dei casati nobili del territorio e ha dato il nome al palazzo oggi sede alla Provincia. Il nome del giudice da ieri circola in tutta Italia perché è lei il gip che ha scarcerato due dei tre indagati per la strage della funivia del Mottarone. La Banci Buonamici è cresciuta a Prato ma da quando ha intrapreso la carriera in magistratura ha lasciato la città. Dopo essere stata per un periodo a Milano, oggi è presidente della sezione penale, gip e gup oltre a giudice monocratico e collegiale dell tribunale di Verbania.
L’ordinanza di scarcerazione firmata nei giorni scorsi dal giudice pratese ha fatto molto discutere in tutta Italia. Il giudice ha di fatto smontato l’inchiesta della procura di Verbania sulla tragedia della funivia, costata la vita, il 23 maggio, a 14 persone: non ha convalidato i fermi, ha rimesso in libertà due indagati su tre e si è dissociata da una buona parte delle prime conclusioni dei pubblici ministeri. Agli arresti domiciliari ha lasciato solo solo Gabriele Tadini, il dipendente con mansioni di caposervizio della funivia: era stato lui che, con una "condotta scellerata - si legge nell’ordinanza di custodia - in totale spregio della vita umana", aveva deciso di lasciare inseriti i ceppi che bloccavano i freni di emergenza; e fu lui, una volta, secondo la testimonianza di un collega, a dire "prima che si rompa una traente (un cavo) ce ne vuole". Ma non c’è prova, per Donatella Banci Buonamici, che il gestore Luigi Nerini e il direttore di esercizio Enrico Perocchio, liberati entrambi, fossero d’accordo.