Stretta sacchi neri . Permessi di soggiorno e contenitori tracciati. Scatta il piano fermezza

In commissione 3 il fenomeno degli abbandoni: controlli mirati e fototrappole. Allo studio l’idea di presentare un protocollo per inasprire le pene verso chi viene beccato a commettere il reato.

Stretta sacchi neri . Permessi di soggiorno e contenitori tracciati. Scatta il piano fermezza

Uno dei tanti abbandoni di sacchi neri in città segnalati dai cittadini

Oltre 1800 sacchi neri smaltiti illegalmente e recuperati dalla polizia municipale, 72 interventi, 48 denunce a carico di ignoti, 12 notizie reato, 7 veicoli sequestrati e tre ditte di confezione sequestrate. È stato il comandante della polizia municipale, Marco Maccioni, ieri, a chiarire i numeri dell’attività di contrasto all’odioso fenomeno dell’abbandono dei sacchi neri durante la commissione consiliare 3 presieduta da Enrico Romei. Il punto era quello di tracciare un bilancio e le possibili azioni in contrasto di un fenomeno che non accenna a diminuire. L’amministrazione cambia strategia e mette in campo una serie di interventi mirati a scovare e sanzionare chi getta rifiuti speciali nell’ambiente. La strategia è pronta. Più fototrappole, indagini approfondite sullo scarto tessile per risalire all’azienda che lo ha prodotto e una nuova modalità di recupero che garantisca il rispetto dell’ambiente e più decoro.

Sono le azioni che l’amministrazione comunale ha messo in campo per contrastare l’abbandono dei sacchi neri, fenomeno che dopo un periodo di tranquillità, è tornato prepotentemente all’ordine del giorno. Le segnalazioni si moltiplicano. Un fenomeno che avuto una particolare recrudescenza nei mesi estivi tanto che la polizia municipale ha potenziato i controlli e gli appostamenti, riuscendo, in un paio di occasioni, a intercettare furgoni carichi di scarti tessili prima che fossero abbandonati sul territorio.

Una stretta ancora maggiore potrebbe arrivare ora con l’introduzione di misure più severe per chi commettere il reato di abbandono dei rifiuti. L’amministrazione si farà portavoce con il legislatore della richiesta di un inasprimento delle pene come, ad esempio, la revoca del permesso di soggiorno per chi viene pizzicato con le mani nel sacco.

"È necessario classificare l’abbandono di sacchi neri nell’ambiente come un reato che possa avere delle conseguenze più serie, come sui documenti che consentono la permanenza sul territorio", commenta il vicesindaco Simone Faggi con delega alla polizia municipale. "Per smaltire una tonnellata di scarti tessili servono 220 euro: una spesa eccessiva per l’amministrazione comunale. Ora la tolleranza deve essere pari a zero".

Sul tavolo anche la proposta di inserire una sorta di codice a barre ai sacchi che devono essere utilizzati per lo smaltimento. Una strategia utile a diffondere la consapevolezza dell’importanza dello smaltimento e che quindi non va nell’immediato ad aggredire chi invece decide di gettare nell’ambiente gli scarti di lavorazione , ma che nel medio termine può comunque aiutare le forze dell’ordine durante la fase di controllo, così come sarebbe opportuna l’introduzione di un registro di carico e scarico dei rifiuti speciali non pericolosi anche per le ditte che hanno meno di dieci dipendenti, e che attualmente sono escluse dall’obbligo. La posizione del Comune è comunque quella di mettere in campo tutte le azioni possibili per una tolleranza zero.

Silvia Bini