
Ci si lascerà meravigliare dai dettagli artistici che ornano la facciata della Cattedrale, dalla lunetta in ceramica robbiana alle ore prima scolpite nel marmo e poi applicate in bronzo sopra il grande orologio, come nella scena del film "Il paziente inglese". A tu per tu la bellezza, insomma, quella che si potrà ammirare grazie a una serie di visite guidate dai ponteggi del cantiere allestito dalla ditta Piacenti, impegnata nel restauro dei materiali lapidei delle facciate e poi del campanile. Le visite sono organizzate da ArteMìa e dalla cooperativa Prato cultura tutti i giovedì di maggio. L’intervento giunge a 40 anni dall’ultimo restauro: un’urgenza dettata dal distacco di materiali lapidei, che potevano risultare pericolosi e che hanno spinto il Capitolo della Cattedrale, in collaborazione con l’Ufficio Beni Culturali della Diocesi, a mettere mano a uno dei monumenti simbolo della città. Un’operazione delicata per la quale sono stati scelti professionisti che si sono cimentati o si stanno cimentando con beni architettonici ed artistici mondiali: la Piacenti spa per i restauri, dopo aver recuperato la basilica della Natività a Betlemme, e lo Studio Comes di Sesto Fiorentino per la progettazione con l’architetto Carlo Blasi attualmente impegnato nel progetto di Notre Dame di Parigi.
Il piano di restauro è stato realizzato con la supervisione della Soprintendenza. La ditta Piacenti ha proposto l’utilizzo del bonus facciate offrendo lo sconto in fattura: la spesa complessiva è di oltre un milione e mezzo di euro. Ieri mattina una prima visita speciale sui ponteggi del duomo: il vescovo Giovanni Nerbini è stato guidato dall’architetto Blasi, dal ceo Giammarco Piacenti, dall’architetto Francesco Risaliti e dalle restauratrici Elisa Frosini e Serena Manzuoli (Tanja Nase è capocantiere). "È un’emozione osservare certi particolari che ci fanno apprezzare infinitamente il lavoro che hanno fatto gli artigiani e gli artisti di secoli e secoli fa - ha detto Nerbini – e allo stesso tempo questo ci dovrebbe rafforzare nell’amore per la nostra città e per le opere che qui si trovano e che talvolta non siamo così attenti a considerare quanto meriterebbero". Il progetto prevede una serie di interventi sui muri esterni della cattedrale volti alla conservazione e alla messa in sicurezza dell’apparato decorativo monumentale della facciata principale, di quella laterale, del campanile e della parte absidale. Il primo step è stata la mappatura della situazione e dei vari tipi di degrado, oltre ad alcune prove di pulitura, come ha avuto modo di spiegare l’architetto Blasi: "Andiamo a fare un restauro molto dettagliato, durante il quale verrà esaminata ogni pietra". Gli interventi consistono nel restauro di tutte le superfici lapidee, con attenzione al marmo verde di Prato e alle mensole in arenaria che sorreggono gli archetti delle facciate, che presentano distacchi e caduta di materiale. Per questi elementi decorativi saranno previsti interventi di pre-consolidamento, pulitura, consolidamento e integrazione delle parti mancanti. Anche l’alberese bianco, presente anche nella variante palombino con la caratteristica colorazione ruggine, sarà restaurato. Pietre che provengono dalla cava di Figline. Inoltre, sulle facciate sono state individuate porzioni con decorazioni pittoriche ad affresco che saranno pulite e trattate per risolvere i problemi di distacco degli intonaci e delle pitture. I lavori termineranno entro l’anno: "Analizzando il magistrale restauro eseguito quaranta anni fa, abbiamo l’opportunità di progettare al meglio l’attuale intervento. Il contributo di Mauro Matteini, uno dei massimi chimici del restauro, sarà prezioso - dice Piacenti -. Per il futuro possiamo individuare manutenzioni programmate che possano evitare distacchi e danni alle persone e al duomo stesso".
Sara Bessi