E’ un viaggio per tutti i sensi quello che può intraprendere il visitatore nell’autunno valbisentino. Se da una parte infatti mancano i rossi accesi dell’Appennino toscano più orientale - dove il "fall foliage" è ad esempio motivo di attrazione nelle Foreste Casentinesi – in Val di Bisenzio si può godere di tutte le gradazioni del verde, del giallo e del marrone ma anche di profumi e gusti legati alla stagione. Accompagnati dal suono dei torrenti e per di più a pochi passi dalle città della piana. Colori che cambiano a seconda delle fasce climatiche e che sfumano l’uno nell’altro, dal verde chiaro grigiastro degli uliveti che costeggiano il fianco della Calvana, da Vaiano a Cantagallo.
Una camminata fra Sofignano e Cambiaticcio può portare anche incontri unici: i cavalli che vivono allo stato brado in Calvana si spostano anche in queste due località e si fanno ammirare in tutta la loro fierezza. Cambiando versante, il verde pallido degli ulivi sfuma nelle tonalità del giallo e del marrone a Schignano e Migliana, dove, a 500/600 metri di altitudine,l’olivo lascia il posto al castagno, vero re della val di Bisenzio in questo periodo. Castagni secolari e cannniciaie accese (gli essiccatoi dove il frutto si asciuga per poi diventare farina) sono i compagni di viaggio in questo tour dei sensi: l’odore del fumo che sale dai tetti di questi testimoni del tempo fa godere il naso, come i colori accesi dei prati curati (dove il castagneto è coltivato e avviene la raccolta, vietata agli estranei) e dei frutti caduti ancora nei ricci sono spettacolo per gli occhi. Ce n’è anche per la bocca: numerose le feste dedicate al frutto tipico valbisentino, la castagna, organizzate dalle varie pro loco, il 10 è a Luciana). Salendo di quota, i colori si fanno più contrastanti: fra il giallo e verde dei faggi che iniziano a perdere le foglie si fa spazio qualche chiazza di verde scuro, perenne, delle conifere che son state piantate a più riprese nei secoli scorsi: nella Riserva Naturale Acquerino Cantagallo l’occhio può godere di questo spettacolo che da un monte all’altro non trova ostacoli. L’area protetta, una meraviglia della natura in tutte le stagioni, si può raggiungere sia partendo da Migliana che da Cascina di Spedaletto ( e il passo degli Acquiputoli) o da Cantagallo.
Nella salita da questa località verso Cerliano e Cave e verso la Rasa i colori variano col cambiare degli alberi, dagli antichi castagni al faggio, alle conifere. Qui poi è possibile ammirare anche i rossi accesi degli aceri (che rendono particolare il fall foliage del Casentino): un dono del cavalier Luigi Pacini, grande appassionato di piante, che all’inizio del secolo scorso plasmò l’aspetto dei monti attorno a Cantagallo con varie piantumazioni di specie diverse che poi si sono propagate in modo naturale. Altro amante delle piante, il pittore Bruno Saetti, che, sempre nel secolo scorso, rese unici i giardini di Montepiano dove aveva scelto di abitare, acquistando l’antico mulino e diversi terreni. Anche in questa località le tonalità autunnali diventano spettacolo: per goderne a pieno è sufficiente passeggiare dalla Sr 325 verso la Badia, incrociando il Giardino del Sole (dono dell’artista alla comunità locale) con le alberature insolite, per poi imbattersi in castagneti e negli abeti che resero famoso Montepiano come stazione climatica, fra la fine del 1800 e l’inizio del 1900: l’aria salubre delle sue abetaie richiamarono nella frazione verniotta anche chi soffriva di malattie respiratorie. Salendo con lo sguardo, le vette colorate che separano Montepiano da Cavarzano e Luciana: in queste località è sempre il castagno a fare da protagonista, con i suoi toni marroni aranciati che circondano la strada che collega le due frazioni, ammirabili sia camminando ma anche dall’auto. E sempre per il pigro, l’ultimo consiglio: è sufficiente affacciarsi da una delle piazze di Fossato (a cui si arriva passando dai castagneti di Gavigno) per fare il pieno di colori e ammirare la wilderness della valle della Limentra Orientale. Una volta arrivati, spalancate gli occhi e respirate a pieni polmoni: una manna per l’anima e il corpo che vi darà benessere fino alla visita successiva.
Claudia Iozzelli