REDAZIONE PRATO

Svolta a Ostetricia, Cavaliere lascia Prato "Il mio orgoglio: 400 parti di donne positive"

Torna a Roma dopo due anni e mezzo alla guida del reparto: "Ho imparato che per essere efficaci serve comunione di intenti"

Due anni e mezzo intensi alla guida del reparto di ginecologia e ostetricia del Santo Stefano, nei quali ha fronteggiato assieme a un team qualificato e affiatato la pandemia da Covid, sempre con la voglia di rendere il parto un momento speciale e unico. La dottoressa Anna Franca Cavaliere ha saputo farlo apportando, con il supporto di infermieri, ostetriche e colleghi medici, molte novità in uno dei punti nascita più importanti della Toscana dopo quello di Careggi. Per lei venerdì è stato l’ultimo giorno di lavoro nel reparto del Santo Stefano: da ieri è responsabile dell’area materno infantile del Fatebenefratelli all’isola Tiburtina. E’ così tornata a casa, a Roma, visto che era arrivata a Prato dal Policlinico Gemelli agli inizi del 2020. Adesso il ruolo di facente funzione sarà affidato alla dottoressa Elisa Scatena, in attesa del nuovo concorso.

"L’esperienza di Prato resterà sempre nel mio cuore, Prato è per me una seconda casa", dice con commozione Cavaliere che venerdì ha svolto l’ultimo briefing al Santo Stefano. "Quando sono arrivata al Santo Stefano mi sono trovata a gestire il reparto proprio all’inizio della pandemia. Dopo un mese eravamo già in lockdown, ma nonostante la difficoltà abbiamo lavorato molto e bene. Ho trovato grandi professionalità e un’ottima accoglienza da parte della direzione dell’Asl Toscana Centro, a partire dal direttore generale Paolo Morello Marchese". Il team che ha lavorato fianco a fianco con Cavaliere ha risposto bene a una emergenza imprevedibile e di lunga durata come la pandemia da Covid. "Il gruppo ha saputo adeguarsi alla situazione garantendo alle donne il massimo della sicurezza, costruendo un percorso ad hoc per tutte le pazienti e permettendo loro di vivere una bella esperienza anche nel periodo pandemico - racconta - Basti pensare che abbiamo trattato circa 400 parti di donne positive al Covid, alcune delle quali sintomatiche". Cavaliere sottolinea la forte collaborazione iniziata con i colleghi di neonatologia "diventando quasi un tutt’uno". Da Prato Cavaliere è dunque partita portando via con sè un tesoro di esperienze e lasciando a sua volta una ricca eredità di progetti a favore delle donne, alcuni già ben avviati. "E’ stato un momento bellissimo della mia vita in cui ho capito che per essere efficaci è importante avere la stessa comunione di intenti con chi lavora con noi. Neanche una pandemia può essere invincibile se esiste una collaborazione così potente", riflette. E aggiunge: "Con Prato voglio mantenere un legame e spero che ci possa essere uno scambio anche da un punto di vista professionale. Sono venuta a contatto con una realtà multietnica e ne sono stata contenta: il 20% delle donne trattate al Santo Stefano sono cinesi, un altro 20% di altre etnie e abbiamo potuto contare sul supporto dei mediatori culturali per raggiungere la stessa empatia con le donne che non conoscono la lingua e provengono da altre culture".

Cavaliere ha anche dato vita a una serie di servizi importanti per il benessere della donna. Fra le novità, ricorda "l’ambulatorio per le malattie infettive in gravidanza e quello delle vaccinazioni in gravidanza. Siamo prossimi all’attivazione di un ambulatorio per le forme di depressione gravi post partum con attenzione particolare alla donna nel periodo post fertile, prendedola in carico sotto tutti i punti di vista". Fra le altre novità, la possibilità di partorire con un sottofondo musicale scelto dalla partoriente. "La pratica del cesareo si è stabilizzata intorno al 20% dei casi, le restanti nascite avvengono per via naturale". Le ostetriche hanno salutato la dottoressa Cavaliere con una poesia che riassume i due anni e mezzo trascorsi insieme: "Abbiamo condiviso i tempi più duri per i quali non eravamo subito maturi ma insieme abbiamo provato a superare anche gli ostacoli da saltare".

Sara Bessi