Sono tredici i lavoratori precari a rischio nelle prefetture e nelle questure di Prato e di Pistoia, su 1.150 in tutta Italia per i quali Felsa Cisl, Nidil Cgil e UilTemp hanno indetto lo stato di agitazione che culminerà nello sciopero del 21 dicembre. I sindacati chiedono continuità occupazionale e un percorso che conduca alla stabilizzazione. Si tratta di figure professionali alle quali sono state affidate le pratiche di emersione e regolarizzazione del lavoro dei migranti nella gestione del diritto d’asilo, compresa l’emergenza migratoria connessa alla guerra in Ucraina. Il governo prevede un dimezzamento del personale dal prossimo 31 dicembre, "nonostante fossero state annunciate nuove unità per gestire il decreto flussi".
"Le stesse strutture periferiche del ministero dell’Interno hanno sempre riconosciuto il valore di questo lavoro – si legge in un comunicato congiunto – e anche oggi chiediamo che ciò venga ribadito con forza di fronte al rischio di perdere un presidio così importante. Nelle province di Prato e di Pistoia sono molti i cittadini stranieri che presentano pratiche inerenti il loro status di immigrati e, vista la carenza di organico che da anni affligge le strutture territoriali del ministero, il lavoro svolto da questi lavoratori è diventato fondamentale per garantire il necessario supporto nella gestione dei flussi migratori e nell’esercizio dei diritti fondamentali dei migranti". Duro il commento del sindacato: “E’ inaccettabile che sia proprio la pubblica amministrazione a dare il cattivo esempio usando i lavoratori e sostituendoli senza garantire la clausola sociale e l’adeguato riconoscimento professionale all’interno delle procedure concorsuali. Un Natale amaro per i dipendenti che non festeggeranno con serenità a causa di questa situazione".