Avremo più tempo per pagare la Tari, ma probabilmente dovremo fare i conti con tariffe un po’ più care. E’ quanto emerge dai primi incontri fra i Comuni dell’area metropolitana e l’Ato Toscana Centro. In ballo non ci sono soltanto i 26 milioni che Alia chiede all’Ato (e quindi a tutti i Comuni) per il riequilibrio finanziario del servizio svolto nel 2018 e nel 2019 (pendente c’è pure un ricorso al Tar), ma anche i maggiori costi che nel 2020 l’azienda ha sostenuto per smaltire i rifiuti. Da un lato c’è il problema della mancanza degli impianti (lo stop a Case Passerini si fa sentire sempre di più), dall’altro i minori ricavi che Alia sta avendo dalla vendita del materiale differenziato "buono", come carta, plastica e lattine. La richiesta sul mercato di questi prodotti è infatti quasi ferma e così i prezzi sono letteralmente crollati. La sensazione è che il piano economico finanziario che Ato approverà ad aprile possa portare a un aumento delle tariffe per tutti i Comuni, Prato compreso. In attesa di avere certezze, intanto, l’amministrazione comunale ha deciso di fare slittare le date dei pagamenti della tassa sui rifiuti. Le utenze domestiche non pagheranno più le bollette al 30 aprile (acconto) e al 1° dicembre (saldo), ma lo faranno (sempre in due rate) al 31 luglio e al 31 dicembre. Per le utenze non domestiche, invece, l’acconto è stato suddiviso in tre rate: 31 luglio, 30 settembre e 31 ottobre. Mentre il saldo si pagherà in due volte: 31 dicembre e 31 gennaio 2022. "E’ un primo segnale che mettiamo in campo per cercare di aiutare famiglie e imprese" spiega l’assessore al bilancio Benedetta Squittieri. "Purtroppo al momento questo è l’unico provvedimento che possiamo assicurare ai pratesi. Un intervento che dà modo a famiglie e aziende di potersi gestire i pagamenti della Tari con maggiore autonomia decisionale, senza costi aggiuntivi derivanti dalle rateizzazioni". Di pari passo il Comune andrà in pressing sul governo, col supporto dell’Anci, per chiedere che venga confermata la possibilità agli enti locali di aiutare le aziende nel pagamento della Tari. Nel 2020, infatti, il Comune ha applicato uno sconto del 25% sulla parte variabile della tariffa alle utenze non domestiche. Uno stanziamento totale di 300mila euro che ha aiutato chi è stato chiuso per legge a causa del lockdown. "Per rinnovare un simile provvedimento" aggiunge Squittieri, "abbiamo bisogno di una rassicurazione dal punto di vista normativo da parte del governo. Capisco che il pagamento della Tari per i mesi in cui si è stati chiusi venga visto come una ingiustizia, ma purtroppo siamo ancora lontani dalla tariffa puntuale che permetterebbe di pagare la bolletta in base ai rifiuti effettivamente prodotti". Squittieri spiega anche che in caso di aumento delle tariffe da parte dell’Ato "ci sarà da capire come provare a spalmare i maggiori costi in più annualità". Infine, in Comune non sembrano esserci particolari preoccupazioni per i mancati pagamenti della Tari nel 2020. I dati parlano di un calo del 5% rispetto all’anno precedente, equamente suddiviso fra utenze domestiche e quelle delle imprese. Di fatto si tratta di due milioni di euro in meno di introiti nelle casse del Comune, che però si spera di recuperare con gli avvisi bonari che ancora non sono stati inviati. "Fortunatamente grazie a un bilancio virtuoso non abbiamo particolari problemi di cassa" conclude Squittieri. "E questo ci permette anche di posticipare e dilazionare i pagamenti delle bollette della Tari".
Stefano De Biase
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