Ancora alta tensione all’interno del carcere dove domenica un detenuto ha aggredito un poliziotto. L’agente di polizia penitenziaria è stato colpito con una macchinetta del caffè in pieno viso e ha riportato un taglio alla mandibola e una ferita al mento giudicati guaribili in sette giorni dai medici del pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano. A dare la notizia è il Sindacato autonomo polizia penitenziaria per voce del segretario della Toscana Francesco Oliviero. "Non si placano le aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria nella Casa circondariale di Prato: a seguito di un acceso diverbio avvenuto tra alcuni detenuti già noti per episodi che hanno compromesso l’ordine e la sicurezza, un ispettore di polizia penitenziaria, accorso sul posto con l’intento di riappacificare gli animi e riportare l’ordine all’interno della sezione, è stato inspiegabilmente colpito al volto. È da troppo tempo che segnaliamo l’immotivata aggressività.Non ci resta che pensare che l’amministrazione penitenziaria non è capace di tutelare il persone che amministra. Lo rivendichiamo da troppo tempo: a Prato servono mezzi, uomini ed interventi strutturali, ma ad oggi nulla e stato fatto".
Intanto la Regione ha varato il nuovo piano sulla prevenzione del rischio di suicidio in carcere. Un’alleanza importante tra mondo penitenziario e mondo sanitario", sottolineano il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini. "Da sola però la prevenzione non basta. Serve una svolta culturale e politica, oltre che normativa. Le carceri devono essere luoghi di rieducazione e del riscatto dopo aver scontato la pena. La situazione dei penitenziari è sempre più incadescente: "E’ preoccupante il graduale peggioramento della qualità della vita dei detenuti, ma anche del personale impiegato. Con questo progetto – conclude Bezzini - confermiamo la nostra attenzione alla dignità della persona e la volontà di prevenire il fenomeno dei suicidi in carcere".