Terziario "sprint". Ristoranti e locali. In tre anni +5%

La fotografia dai dati della Camera di Commercio. A soffrire è soprattutto la vendita al dettaglio. .

Terziario "sprint". Ristoranti e locali. In tre anni +5%

Crescita dei locali di ristorazione in città: la movida in centro ha dato un notevole impulso

Cartoline da Prato: Palazzo Pretorio, la Cattedrale, il Castello dell’Imperatore. E i turisti? Mai avuto folle oceaniche in estate ma sicuramente ad agosto capitava vedere più gruppi e comitive in città. La cartina di tornasole è l’affluenza al bagno pubblico di via Manassei che ha avuto zero accessi in certe mattinate. Molte saracinesche abbassate in giro, turisti che a cavallo di Ferragosto si affacciavano alla gelateria del Corso chiedendo dove poter prendere un caffè. Siamo però di fronte al proverbiale cane che si morde la coda: a fronte di così pochi turisti chi terrebbe il bandone su? Eppure, secondo il direttore di Confcommercio Prato - Pistoia Tiziano Tempestini, intervistato ieri da La Nazione, le potenzialità Prato ce l’avrebbe per attirare flussi e smettere d’essere la ‘cenerentola’ del turismo toscano, con un settore terziario in crescita anno dopo anno tanto da divenire una locomotiva di sviluppo per il territorio quasi al pari del manifatturiero. I cambiamenti nello scenario delle offerte commerciali in città si possono misurare sulla demografia delle imprese, così come la fotografa l’ufficio statistica della Camera di commercio di Prato-Pistoia nella sua rilevazione annuale. L’anagrafe camerale evidenzia effettivamente un trend favorevole per il settore del terziario in cui rientrano il mondo del commercio, trasporto e magazzinaggio, servizi di alloggio e ristorazione, servizi di comunicazione e informazione, attività assicurative, immobiliari, professionali, noleggio, agenzie viaggio e servizi di supporto alle imprese, attività artistiche, sportive e di divertimento, sanità privata, formazione. Il 2023 è stata un’annata felice per Prato: nel capoluogo si contavano 13.725 imprese di terziario, 300 in più rispetto all’annus horribilis del Covid, il 2020. A fare la parte del leone sono le attività di alloggio e ristorazione: queste sono cresciute del 5 per cento in tre anni: l’anagrafe camerale ne registrava 1.112 nel 2023. Sono soprattutto locali e ristoranti a correre, tanto da sfondare quota mille nel 2023 (da 974 a 1.015). L’addio di negozi e botteghe spesso è compensato dalla nascita di locali per la ristorazione in un tessuto commerciale che cambia pelle ma non si desertifica del tutto. A soffrire è soprattutto la vendita al dettaglio: per strada si sono persi in tre anni trentatré negozi e il commercio al dettaglio passa dalle 2.183 unità nel 2020 alle 2.150 nel 2023. In generale, tutto il commercio (all’ingrosso e al dettaglio) tiene testa passando da 5.638 a 5.630 unità nel giro di tre anni.

Maria Lardara