Quando il piccolo è ancora bello, ma soprattutto sostenibile, etico, di qualità e sempre all’avanguardia. Tutto rigorosamente Made in Italy. Anzi, orgogliosamente Made in Prato. È l’identikit della Tessitura Petruzzi snc di Agliana, nata dal sogno di un allora 14enne, Giancarlo Petruzzi, oggi 80enne, che con ostinazione (e a ragione, possiamo dire oggi) chiese al padre Santino, bracciante e mezzadro, di aiutarlo a comprare il suo primo telaio, il mitico Nebiolo, ed avviare la sua avventura negli anni Sessanta portata avanti poi anche con la moglie Roberta e che continua grazie alla seconda generazione con i figli Andrea e Claudio. Appena si varca la soglia dell’immobile di via Grosseto nella zona artigianale Carabattole 2 di Spedalino non si ha la sensazione di trovarsi in una tessitura. I ricordi rimandano a ben altri ambienti con peluria in ogni dove. Dalla zona di carico e scarico delle merci, ben ordinata e pulita, ci si affaccia attraverso una vetrata alla sala tessitura, il cuore pulsante del lavoro contoterzi, tassello della filiera tessile. Il battere dei telai e delle macchine è appena percettibile.
"Abbiamo la sala tessitura, siamo stati i primi ad averla nel distretto separata dagli altri ambienti – raccontano i fratelli, la cui azienda è associata a CNA Toscana centro da 50 anni – È stata costruita quando ci siamo spostati nella sede nuova nel 1996 ed abbiamo aumentato il numero di macchinari. Il progetto è stato ideato da ingegneri di Bergamo per creare un ambiente ad hoc e lavorare in modo razionale ed efficiente. La sala tessitura è dotata di un impianto di climatizzazione centralizzato: ciò significa qualità dell’ambiente e benessere per i dipendenti e allo stesso tempo si garantisce sostenibilità ambientale e qualità della produzione. Il ricambio di aria è continuo, senza accumulo di polvere grazie ad aspiratori. Investimenti concreti a dimostrazione che la nostra azienda ha abbracciato la sostenibilità".
Tradizione ed innovazione, eticità e rispetto ambientale e non soltanto salvaguardia del profitto: sono questi i pilastri della Tessitura Petruzzi. E se il primo laboratorio era nato con la classica formula opificio al piano terra e sopra alloggio, oggi Claudio abita al primo piano dell’edificio con al piano terra la tessitura all’avanguardia e replica una consuetudine così pratese ma aggiornata ai tempi del 4.0. "In oltre mezzo secolo abbiamo sviluppato una nostra eticità aziendale – afferma Andrea che ha imparato tutto sul campo appena 17enne, dopo aver fatto un corso di programmazione – che abbiamo mutuata dagli insegnamenti e dai valori che ci ha trasmesso il babbo, animato da passione ed entusiasmo e che nonostante i problemi di salute, che lo hanno costretto a ritirarsi dall’attività, continua ad esserci vicino". Parola chiave alla Tessitura Petruzzi, dove lavorano tre dipendenti su tre turni nelle 24 ore, è sostenibilità. "Stiamo molto attenti ai fornitori, per esempio di energia elettrica: vogliamo che usino sempre più fonti di energia rinnovabile – aggiunge Claudio, che dopo il triennio al Buzzi vecchio è entrato in azienda a 17 anni – come pure stiamo attenti al consumo di energia. Abbiamo il controllo tessuto direttamente sulle macchine. E’ uno specchio che consente di controllare di continuo la pezza, vedere prima i difetti e limitare lo spreco di tessuto". Tra gli accorgimenti adottati per la sostenibilità ambientale, c’è anche il consumo di energia per i macchinari. "Ogni 4-5 anni le macchine vengono rinnovate. Ne abbiamo 12: l’ultimo acquisto rientra nell’ambito della normativa 4.0 – dice Andrea – Le macchine hanno un inverter che permette di avere più efficienza e minor consumo di corrente". La tessitura Petruzzi realizza tessuto grezzo per le aziende del distretto, prodotti medio-fini per l’abbigliamento, trattando lane, cotone, viscosa, poliestere, fibre particolari come l’acciaio, filati di pailletes, lurex, bouclè. C’è il capitolo certificazioni. "Siamo certificati Grs, Gots, Ocs, Rws – dicono i fratelli – Purtroppo talvolta ci si scontra con altre realtà del distretto che guardano solo al profitto. Talvolta i clienti preferiscono comprare a prezzi più bassi merce più scadente. Sarebbe necessaria quanto prima l’introduzione di un cartellino con le indicazioni delle fasi di produzione di un capo. Ben venga il passaporto digitale tessile". La crisi si riverbera nel mondo dei terzisti: "Se prima si lavorava sempre di furia, ora si lavora con la furia concentrata. La programmazione è più corta con ordini a 15-20 giorni, il lavoro è frastagliato e discontinuo – chiosa Andrea – ma siamo pronti ad offrire un servizio rapido e di qualità. Lo facciamo grazie ad un grosso capitale che sono le licciate, le montature pronte che ci permettono di eliminare i tempi morti ed ottimizzare i tempi. Per avviare una produzione ci vogliono poche ore. A secondo degli articoli e dei colpi che vanno nel tessuto, facciamo circa 4mila metri al giorno di tessuto, 100mila metri al mese e oltre un milione di metri all’anno. Lavoro permettendo".
Sara Bessi