REDAZIONE PRATO

Tingere i tessuti con lo zafferano Il Pin svela le tante facce del green

Un nuovo progetto ha fatto emergere i possibili utilizzi della spezia nelle lavorazioni delle aziende. I primi test hanno dato buoni risultati. Adesso bisogna trovare investitori per dare concretezza alle idee

Tutto è partito da un pistillo. Idea, sviluppo e possibili applicazioni. Si parla dello zafferano, spezia tanto preziosa quanto versatile. Conosciuto e apprezzato sulle tavole per il suo sapore caratteristico e il colore inconfondibile, lo zafferano è utilizzato da secoli nella tradizione popolare: dall’antica Grecia all’Europa, al Medio Oriente, alla Cina, sia come spezia sia come medicinale. È qui che si inseriscono le menti dei ricercatori del Pin che hanno portato a termine uno studio in collaborazione con l’azienda Pura Crocus per indagare le potenzialità della pianta. La Toscana è produttrice di zafferano non in larga scala, ma grazie alle tante applicazioni ci potrebbero essere interessanti sviluppi anche in campo tessile.

Nell’ambito del progetto i ricercatori del laboratorio QuMap (qualità delle merci ed affidabilità di prodotto), insieme al Leaar (laboratorio di economia agricola e agroalimentare), hanno testato l’utilizzo della pianta e in particolare delle sue parti di scarto per la tintura dei capi. I risultati sono stati ottimi. Si tratta di un progetto che si inserisce a pieno nella filosofia di circolarità: con la parte più pregiata della pianta si realizzano medicinali e alimenti, mentre con quello che altrimenti finirebbe in discarica si tingono tessuti, azzerando peraltro i componenti chimici dalla moda. Gli scienziati pratesi hanno dimostrato che è possibile. Adesso bisogna trovare investitori e aziende disposte a sondare nuovi terreni. La Regione si è mostrata sensibile al progetto promettendo bandi per sostenere le aziende che intendono innovare. Finanziamenti fondamentali per dare linfa al laboratorio del Pin.

"Progetti come questo dimostrano come gli estratti naturali possono essere utilizzati, nel rispetto della natura, a scopo industriale oltre che biomedico", commenta Daniela Toccafondi presidente del Pin. "Sono stati tantissimi i progetti sviluppati dal laboratorio QuMap in passato, ad esempio ad uso food, feed, nutraceutico, tintorio nel tessile-arredo. Le possibilità di utilizzo sono tante ed in attesa di essere ancora scoperte. Lo scopo del Pin è quello di avvicinare le imprese al mondo della ricerca".

Il progetto SaffronNutraMed per la valorizzazione dello zafferano è stato realizzato con il cofinanziamento del programma di sviluppo rurale della Regione. "È un mercato in crescita. Lo zafferano fa parte della tradizione toscana, anche se non molto conosciuto a livello regionale, e le potenzialità economiche del settore sono molto alte", aggiunge Silvia Scaramuzzi, esperta di marketing in ambito agricolo. "La Regione permette, attraverso questi bandi – conclude Fausta Fabbri, dirigente della Regione stessa – che enti di ricerca come il Pin affianchino aziende virtuose che vogliono innovare e questo permette di sostenere il connubio tra tradizione e innovazione".

Il tessile dunque potrebbe fare un altro passo verso la sostenibilità innovando anche con l’utilizzo dello zafferano per tingere i tessuti. Un’idea affascinante che aspetta il coraggio degli imprenditori, coraggio che a Prato non è mai mancato. Chi sarà il prossimo innovatore del distretto tessile?

Silvia Bini