Non sempre riciclato è sinonimo di green. Parte da qui l’intuizione del Consorzio italiano implementazione Detox, presentata dal presidente Andrea Cavicchi, per stimolare il sistema moda verso un maggior cambiamento. Il primo studio sulle fibre naturali riciclate realizzato in collaborazione con la Fondazione internazionale Zdhc, è diventato un data base al quale attingere con l’intento di definire un modello di riferimento che possa ridurre gli sprechi nell’industria della moda con l’eliminazione di sostanze chimiche e l’uso di quelle più sicure. "Gestione delle sostanze chimiche e circolarità sono due argomenti complementari. E’ necessario essere al fianco dell’industria per creare strumenti che permettano al sistema produttivo di affrontare le nuove sfide che l’economia circolare sta ponendo", spiega Frank Michel, direttore esecutivo di Zdhc, (Zero discharge of hazardous chemicals, è il progetto nato dalla volontà di alcuni brand a livello mondiale che hanno accolto la sfida di Greenpeace dopo il lancio della Detox). Lo studio, in continuo aggiornamento, sarà disponibile sul sito di Cid (Consorzio italiano implementazione Detox), per consultazioni e per le aziende che vorranno integrarlo con i propri dati. "A partire da dati tecnici condivisi, con un grande spirito di collaborazione, il gruppo ha lavorato per sviluppare un documento che possa diventare un solido punto di riferimento per l’intera filiera", aggiunge Elisa Monica Gavazza, di Zdhc. In sostanza è stata prodotta una scheda tecnica contente una lista delle sostanze tossiche presenti nelle fibre naturali riciclate (lana, cotone e seta), per definire quali siano i livelli di queste sostanze. Il motivo è capire, in primo luogo, quanto siano sostenibili i capi riciclati, poi incentivare un controllo di tutta la filiera produttiva per non creare danni all’ambiente. Infine, fornire uno strumento forte per far sì che l’economia circolare diventi uno strumento di produzione sempre più massivo, in quanto gli scarti tessili saranno sempre maggiori
Il Consorzio Detox, nato nel 2016 a Prato e poi ampliato in tutta Italia, si è sempre occupato di chimica, cioè delle sostanze chimiche pericolose che venivano riversate nelle acque a causa dei processi tessili. L’obiettivo principale era soprattutto la misurazione di queste sostanze e la loro eliminazione.
All’arte, ai giovani e al consumatore è rivolto il progetto DetoxCirculArt realizzato dal Consorzio Cid in collaborazione con l’associazione TerraMedia e curato da Davide Sarchioni, che vedrà come protagonista Francesca Pasquale. L’artista, grazie alla collaborazione attiva dell’Accademia Costume & Moda, insieme ad alcuni studenti, realizzerà un’opera con il materiale di scarto della produzione tessile fornito dalle aziende del Consorzio. "Con questo progetto vogliamo offrire ai giovani talenti, che si apprestano a lavorare nella moda", interviene Andrea Cavicchi, presidente di Cid "un’esperienza immersiva per una conoscenza approfondita del riciclato", L’installazione sarà visibile a giugno con lo scopo di coinvolgere tutti e riuscire ad
innescare una riflessione sulla salvaguardia del pianeta.
Silvia Bini