Traffico internazionale di droga. Arrestato in Grecia lo spedizioniere. Ma arriva in Italia ed è subito libero

Il cinese è considerato il grossista dell’organizzazione criminale che aveva il suo quartier generale a Prato "Le esigenze cautelari sono venute meno" e così l’uomo è stato rilasciato con il solo divieto di espatrio.

Traffico internazionale di droga. Arrestato in Grecia lo spedizioniere. Ma arriva in Italia ed è subito libero

Il cinese è considerato il grossista dell’organizzazione criminale che aveva il suo quartier generale a Prato "Le esigenze cautelari sono venute meno" e così l’uomo è stato rilasciato con il solo divieto di espatrio.

Arrestato in Grecia, portata in Italia e interrogato. E ora è già libero con il solo divieto di espatrio. E’ una delle tante vicende "all’italiana" quella che ha riguardato un cinese, difeso dall’avvocato Alessandro Fantappiè del foro di Prato, considerato il "grossista" di una più articolata organizzazione criminale dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti (soprattutto sintetiche come shaboo, metanfetamine e ketamina) che aveva la sua base operativa a Prato. L’uomo, di origini orientali, era destinatario di una misura di arresto internazionale nell’ambito di una complessa indagine – condotta dai carabinieri di Roma – partita dalla procura della capitale e, poi, approdata alla Dda di Firenze per competenza territoriale. Il cinese, considerato lo ’spedizioniere’ delle grosse partite di droga, era ricercato da tempo. Finalmente nei giorni scorsi è stato rintracciato in Grecia dove è stato arrestato ed estradato in Italia, a Roma. Rinchiuso nel carcere di Rebibbia, è stato interrogato dal gip.

Il difensore ha chiesto l’attenuazione della misura cautelare, con la sostituzione del solo divieto di espatrio, tenendo conto del fatto che le esigenze cautelari erano venute meno. Richiesta che è stata accolta dal giudice. Il cinese è quindi tornato immediatamente libero. Unica restrizione sarà quella di non poter lasciare in Italia in attesa che l’inchiesta si chiuda con un eventuale processo.

Il procedimento ha avuto un iter piuttosto tortuoso. Iniziato a Roma, è stato poi passato alla procura distrettuale antimafia di Firenze (competente non solo territorialmente ma anche per il tipo di reato contestato, l’associazione a delinquere e il traffico internazionale di droga) dopo gli arresti dei primi indagati. Ma le sorprese non finirono qui in quanto tutti gli arrestati vennero immediatamente scarcerati per la scadenza dei termini di legge. Dovevano trascorrere massimo venti giorni per la trasmissione degli atti da Roma e Firenze: ne passarono di più e così tutti i 35 fermati tornarono magicamente a piede libero.

L’inchiesta conta in tutto 46 indagati: alcuni sono ancora latitanti. La Dda fiorentina potrebbe ora procedere con le richieste di rinvio a giudizio. Il processo si terrà di fronte al collegio dei giudici di Prato ma si preannuncia già in salita.

Secondo quanto emerse dalle indagini dei carabinieri di Roma, gli indagati (cinesi, fra cui una donna residente a Prato, italiani e filippini)avevano messo in piedi un lucroso giro di spaccio di sostanze stupefacenti che dalla Grecia arrivavano in Italia passando per la Germania. Al vertice dell’organizzazione criminale ci sarebbe stata proprio la donna cinese che vive a Prato, anche lei difesa da Alessandro Fantappiè, la quale imponeva una tangente di un euro per ogni grammo di droga che veniva importata in Italia.

Laura Natoli