Tragedia al poligono di tiro. Il ferito ancora in ospedale

L’istruttore, 46 anni, ha lasciato Cisanello ed è stato ricoverato al Santo Stefano sempre in terapia intensiva. Appena possibile sarà ascoltato dagli inquirenti.

Tragedia al poligono di tiro. Il ferito ancora in ospedale

I soccorsi al poligono di tiro a Galceti il 26 luglio scorso Foto Attalmi

A un mese esatto dalla tragedia, l’istruttore di tiro, rimasto gravemente ferito nell’incendio scoppiato all’interno del poligono di tiro di Galceti il 26 luglio, è stato trasferito all’ospedale Santo Stefano. Un rogo terribile nel quale hanno perso la vita Gabriele Paoli, 67 anni, direttore di tiro esperto, e Alessio Lascialfari, appassionato di tiro dinamico che quel pomeriggio era andato al poligono per passare un pomeriggio con gli amici ma che non era autorizzato a entrare nella struttura in quanto non era socio. Il ferito, 46 anni, aveva riportato ustioni sul 35% del corpo, soprattutto sulle braccia ed era stato portato al centro grandi ustionati di Cisanallo a Pisa dove nelle settimane successive è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Le sue condizioni, apparse subito gravissime, sarebbero in via di miglioramento tanto che ha lasciato Cisanello ed è stato trasferito al Santo Stefano dove è stato ricoverato in terapia intensiva, anche se non è più intubato. La precauzione è massima e le cure proseguono al Santo Stefano: il pericolo da scongiurare in queste situazioni è infatti quello delle infezioni. Quando starà meglio, sarà ascoltato dagli inquirenti.

L’istruttore potrebbe fornire indicazioni preziose per risalire alle cause dell’incendio che dopo aver distrutto il poligono, partendo dall’area di tiro dei 50 metri, ha poi scavalcato il muro della struttura e attaccato il parco circostante mandando in fumo otto ettari di bosco. La procura di Prato ha aperto un fascicolo con le ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo e incendio.

Sulle indagini vige il massimo riserbo anche se è facile ipotizzare che ci siano già degli indagati. La procura, oltre disporre le autopsie, ha nominato un consulente tecnico, esperto in chimica, a cui ha affidato l’incarico di ricostruire quello che è accaduto e quale sia stata la causa che ha innescato le fiamme.

Quando è scoppiato l’incendio, all’interno della linea di tiro c’erano cinque persone: Paoli, Lascialfari, il ferito e altri due frequentatori del poligono che erano lì per sparare, oltre ad altre tre persone che si trovavano nella zona degli uffici e che sono riuscite a mettersi in salvo. Secondo la versione di uno dei testimoni, fornita il pomeriggio stesso del rogo, il fuoco sarebbe partito dalla linea di tiro fra le postazioni 4 e 5.

Fra le ipotesi al vaglio degli investigatori, ci sarebbero un ritorno di fiamma di una pistola difettosa o una fiammata partita dai residui di polvere da sparo. Quella stessa mattina era stata fatta la bonifica – obbligatoria – sulla linea di tiro proprio per evitare che i residui di polvere da sparo, altamente infiammabili, potessero creare problemi.

Laura Natoli