Cinque mesi di tempo per definire il risarcimento e trovare un accordo fra le parti. Un vantaggio per i due indagati principali, Luana Coppini, titolare dell’azienda in cui è morta l’operaio, e il marito di lei Daniele Faggi, assistiti dagli avvocati Barbara Mercuri, Alberto Rocca e Gabriele Capetta. In questi mesi la coppia si è spesa molto per chiedere che l’assicurazione sciogliesse le riserve sul risarcimento ai familiari di Luana D’Orazio. E la prima offerta è arrivata un paio di settimane fa quando l’Unipol (assicurazione dell’Orditura srl di Montemurlo) ha proposto un risarcimento di un milione e 100.000 euro da suddividere fra la mamma, il babbo, il figlio e il fratello della ragazza. Una somma a cui i legali dell’assicurazione sono arrivati consultando le cosiddette "tabelle di Milano", cifre stabilite dai giudici milanesi e a cui quasi tutti i tribunali di Italia si attengono. Nella notte di mercoledì sarebbero partiti i primi bonifici in favore della madre e del padre per un importo di 336.500 euro ciascuno (il massimo tabellare). L’assicurazione è pronta a sborsare altri 336.500 euro per il bambino di Luana e 100.000 per il fratello non autosufficiente. "Per il bambino e per il fratello si attende che venga nominato un giudice tutelare – ha spiegato l’avvocato Mercuri – il quale dovrà aprire un conto corrente in favore di tutti e due".
La famiglia di Luana – tramite la Gesi Group che la assiste in tutto e per tutto dal giorno della tragedia – ha fatto sapere all’assicurazione di considerare la cifra "solo un acconto". Dal gelo iniziale sembra che adesso le parti abbiano aperto un confronto per rivedere le cifre al rialzo.
"I legali della famiglia non hanno mai formalizzato una richiesta – ha aggiunto Barbara Mercuri – e quindi l’assicurazione è andata in automatico proponendo una cifra che riteneva congrua e basandosi sulle tabelle milanesi a cui fanno riferimento tutti i giudici. Assicurazione e famiglia stanno dialogando per un nuovo accordo e questo è molto positivo".
I mesi in più ottenuti ieri sono fondamentali per i due indagati. Presentarsi all’udienza preliminare con la famiglia potrebbe voler dire eliminare eventuali parti civili e, soprattutto, poter chiedere, ad esempio, di arrivare a un patteggiamento che potrebbe essere favorevole agli imputati. Un’ipotesi che i difensori non escludono. Che Luana sia morta a causa della manomissione dell’orditoio a questo punto è chiaro. Se il cancello di protezione fosse stato abbassato la giovane non si sarebbe potuta avvicinare così pericolosamente all’orditoio che viaggiava a forte velocità. La titolare Coppini ha sempre saputo di non essere stata al corrente della manomissione e, casomai, di aver sbagliato nel non controllare più accuratamente quello che accadeva nella sua fabbrica. Una difesa che dovrà passare, comunque, al vaglio del giudice.
Laura Natoli