Di ventuno ha risposto solo uno. Sembrerebbe uno scioglilingua se la situazione non fosse paradossale, al limite del drammatico. E’ l’ultima beffa che il tribunale di Prato è costretto a subire dopo anni di battaglie, appelli, polemiche e visite di politici, viceministri e sottosegretari. Lo smacco arriva dalle nuove assunzioni fatte dal Ministero della Giustizia che ha messo sul piatto oltre 2000 posti da assistente giudiziario in tutta Italia. Sulla carta una buona notizia, anche per Prato a cui ne dovevano spettare ben 21. Peccato che in venti abbiamo rinunciato al posto. Solo uno ha accettato: doveva prendere servizio entro il 31 luglio ma ha chiesto un rinvio e non è detto che effettivamente arriverà a settembre.
E’ l’ennesima occasione sprecata per un palazzo di Giustizia che da anni è alle prese con una scopertura di organico che sfiora il 50%, con 45 assistenti giudiziari presenti sui 72 previsti (numero sottodimensionato già di partenza e modulato nei primi anni ’90 su una città che era completamente diversa). I posti sono stati trovati dal Ministero della Giustizia scorrendo la graduatoria del concorso Ripam che risale ad almeno quattro anni fa. Un concorso non specialistico ma che viene fatto dal governo per creare una graduatoria. Una volta che vengono messi a disposizione dei posti (in qualsiasi settore) si va a pescare da lì.
"Come sempre il nostro Ministero fa le cose male – attacca subito Walter Vizzini, delegato Fp giustizia della Cgil – Pensavamo che finalmente il Ministero avesse capito la situazione drammatica in cui versa il tribunale di Prato ma così non è stato. Se si volesse risolvere veramente il problema dell’organico al palazzo di giustizia di Prato si dovrebbe bandire un concorso nazionale ma su base regionale. Se una persona viene chiamata a lavorare in un posto lontano da casa per 1.300 mensili, perché è di questo che stiamo parlando, preferisce rinunciare. Non è pensabile che qualcuno che arriva, ad esempio, da Crotone possa pagarsi un affitto a Prato o a Milano con quello stipendio".
Da tempo il sindacato denuncia una situazione fuori controllo al tribunale, con numeri che fanno spavento: dopo la battaglia portata avanti per l’ufficio del giudice di pace (gli assistenti adesso sono 8 su 15 di quelli che dovrebbero), a soffrire è l’Unep (ufficiali giudiziari) dove si è aperta una voragine: gli ufficiali sono 7 sui 21 previsti in pianta organica. La scopertura è del 70%. La coperta è corta, da qualsiasi parte la si voglia tirare. La procura non sta meglio, sempre per quanto riguarda il personale amministrativo: gli assistenti giudiziari sono 18 sui 33 previsti in pianta organica (-33%). I 21 neoassunti sarebbero stati spalmati fra tutti gli uffici portando una boccata di ossigeno.
"Sono avvilito – prosegue Vizzini – Ci sono voluti anni per far capire al governo la situazione del tribunale di Prato ma quando fanno qualcosa, la fanno male. Questi concorsi ’calderone’ non servono a nulla: intanto perché passano anni prima che le graduatoria venga scorsa e quindi, nel frattempo, la gente trova un’altra sistemazione. In secondo luogo, in molti vengono chiamati per settori che non sono i loro e quindi rinunciano. E’ una debacle".
L’unica soluzione seria, secondo Vizzini, sono i concorsi a base regionale. "Uno lo sa prima se ci può andare oppure no in un determinato posto – prosegue il sindacalista – Così non stiamo a perdere tempo. Questi 21 assistenti giudiziari sarebbero serviti come il pane al nostro palazzo di giustizia, ma anche questa volta siamo rimasti a bocca asciutta".
Di recente erano stati inviati 40 nuovi assistenti grazie ai fondi del Pnrr. "A parte che ne sono rimasti la metà – conclude Vizzini – e poi sono figure specifiche legate ai fondi del Pnrr per lo smaltimento dei processi e per velocizzare i tempi della giustizia. Sono ’assistenti ai magistrati’. Certo danno una mano anche in altre incombenze ma non sono assistenti giudiziari.
Laura Natoli