
Tribunale verso il collasso Vertice con l’inviato del ministro dopo lo stop ai decreti ingiuntivi
Sono molte le questioni sul tavolo che attendono questa mattina il capo di gabinetto, Alberto Rizzo, del ministro della Giustizia Carlo Nordio. L’inviato del ministero – ex presidente del tribunale di Vicenza – sta effettuando in questi giorni il giro di alcune delle realtà più in difficoltà, come appunto il tribunale di Prato. Rizzo sarà in tarda mattinata al palazzo di giustizia di Prato dove incontrerà il presidente Francesco Gratteri, il procuratore Giuseppe Nicolosi e il presidente dell’Ordine degli avvocati, Marco Barone. Un incontro importante – su cui hanno lavorato per promuoverlo il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli e la deputata pratese Chiara Dalla Porta – per mettere al corrente (se ce ne fosse ancora bisogno) il capo di gabinetto del Ministero della Giustizia sulle condizioni in cui versa il tribunale da anni nella speranza che l’inviato da Roma se ne faccia carico provando finalmente a fare qualcosa. Fra i primi problemi da porre all’attenzione di Rizzo c’è quello della scopertura di organico arrivata oramai al 50% per quanto riguarda il personale amministrativo che dovrebbe contare 71 unità contro le 45 presenti effettivamente. Una carenza di organico che arriva a superare il 70% se si passa ad analizzare la situazione del giudice di pace da poco finito al centro delle polemiche per la chiusura dell’ufficio decreto ingiuntivi fino al 31 dicembre 2023. E’ l’unico caso in Italia.
Il provvedimento di chiusura è stato preso dallo stesso Gratteri dopo che l’interpello per la mobilità di una unità di personale è andato deserto. Al giudice di pace sono in servizio solo quattro amministrativi sui 15 che sarebbero indicati dalla pianta organica. E le previsioni sono sempre più nefaste in quanto a ottobre un altro dipendente andrà in pensione lasciando i colleghi in tre a gestire migliaia di pratiche. "Era inevitabile con questi numeri – ha spiegato il presidente Gratteri – e annunciato da tempo". Il problema dell’organico terrà sicuramente banco nell’incontro fra Rizzo, i vertici del palazzo di giustizia e l’avvocatura pratese soprattutto alla luce delle novità introdotte dalla recente riforma Cartabia che aggravano ulteriormente il lavoro di magistrati e cancellerie rischiando di mandare completamente in tilt il sistema della giustizia pratese.
Uno scenario apocalittico su cui più volte hanno insistito anche i sindacati, la Fp della Cgil in primo luogo che da anni invoca una rimodulazione della pianta organica, assolutamente inadeguata per un territorio complesso come quello di Prato, non solo per la presenza di un distretto industriale importante ma anche per la massiccia concentrazione di stranieri, in primis la comunità cinese, la più grande in Europa rispetto alla popolazione residente.
Il segretario della Cgil, Walter Vizzini, referente per il settore giustizia, propone da tempo l’ampliamento della pianta organica. "Non si capisce perché – ha detto più volte – il tribunale di Prato debba avere in pianta organica 71 unità di amministrativi a fronte di 26 giudici, mentre il tribunale di Livorno, tanto per fare un esempio restando nel nostro distretto, ne ha 91 con 25 magistrati. Dove sta la logica di questo conteggio?", si chiede Vizzini che ha promosso il sit in di fronte alla sede del giudice di pace nel mese scorso quando si era capito che la situazione era irrecuperabile.
Adesso l’obiettivo è quello di far capire al capo di gabinetto del ministero la situazione del tribunale con un organico ridotto all’asso che mette in difficoltà il buon funzionamento della macchina della giustizia.
Sull’incontro di oggi sono riposte molte speranze almeno per far arrivare a Roma il grido di dolore di chi lavora all’interno del palazzo di giustizia pratese. Sperando che non cada tutto nel dimenticatoio come avvenuto in passato.
Laura Natoli