Prato, 16 febbraio 2019 - Sei mesi di terapia per sperare che la sperimentazione eviti che quel glioblastoma multiforme di IV grado, una rara forma di tumore cerebrale che lo ha colpito otto anni fa, diventi padrone del corpo di Alessandro, togliendogli ogni giorno un pezzo di quell’autonomia che lo sta lentamente abbandonando. Una speranza che però ha un prezzo salato, quello di una cura che solo in Germania stanno portando avanti con risultati incoraggianti. E che costerebbe ad Alessandro 172mila euro in sei mesi.
È un grido disperato quello che Alfredo Cecilioni, che lavora a Prato, lancia da Quarrata, dove si è trasferito da 19 anni, per il fratello Alessandro, 54 anni, rimasto con la famiglia a Senigallia (Ancona), città di cui i Cecilioni sono originari.
Due realtà oggi unite da un appello che confida nel cuore della gente: «La somma è enorme, da soli non possiamo farcela», racconta Alfredo. «Ecco perché abbiamo bisogno di tutti». Il tam tam è partito a doppio filo, innescato grazie sia al passaparola in città sia alla corsa solidale su Facebook, attraverso una pagina che si chiama «Aiutiamo Alessandro a vivere» dove è possibile fare la propria donazione. «Ho attivato anche io dei punti di raccolta a Prato», spiega Alessandro. Il calore e l’abbraccio che ho ricevuto sono stati enormi, da lasciare senza fiato. Ma l’obiettivo da raggiungere è così alto che non posso smettere di diffondere l’appello».
La notizia della malattia di Alessandro è piombata nelle vite della famiglia Ceciloni otto anni fa. Dopo la chirurgia è arrivata la chemioterapia, con il suo pesante fardello di effetti collaterali. Il verdetto più duro sembrava essere stato scacciato un anno fa, ma a maggio la malattia è esplosa di nuovo e ancora più prepotentemente. Poi l’intervento d’urgenza, i tour della speranza nei migliori centri oncologici italiani. La caparbietà della famiglia non trova sonno ed ecco che dopo ricerche, consulti e passaparola frenetici spunta una speranza che porta il nome dell’oncologo-virologo Arno Thaller, medico operante in una clinica dell’Alta Baviera, in Germania. Il conto da pagare però è altissimo per una famiglia che ha dovuto rinunciare al lavoro per dedicarsi in tutto e per tutto ad Alessandro. Chi volesse informazioni sulla storia di Alessandro e su come poter contribuire ad aiutarlo può scrivere a [email protected]