LAURA NATOLI
Cronaca

"Favori" agli imprenditori: Matteini Bresci resta ai domiciliari. E Turini ha lasciato il carcere

Il Riesame conferma la misura per l’ad del Gruppo Colle. Arrivato il braccialetto elettronico per il carabiniere

Riccardo Matteini Bresc

Riccardo Matteini Bresc

Prato, 26 giugno 2024 – Nessuno sconto per Riccardo Matteini Bresci. L’amministratore delegato del Gruppo Colle resta agli arresti domiciliari. Così ha deciso ieri il tribunale del Riesame a cui il legale dell’imprenditore, Pier Matteo Lucibello, era ricorso chiedendo l’annullamento della misura cautelare.

Matteini Bresci è stato arrestato il 30 maggio scorso nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Firenze su un presunto giro di corruzione. Insieme a lui sono finiti in carcere il comandante della compagnia dei carabinieri di Prato, Sergio Turini, e Roberto Moretti, titolare di un’agenzia investigativa di Torino e amico di vecchia data del militare. Il tribunale del Riesame – a una settimana di distanza dall’udienza – ha rigettato il ricorso dell’avvocato Lucibello confermando la misura cautelare dei domiciliari per Matteini, come aveva chiesto il procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli.

Turini, difeso da Giovanni Renna, ieri ha finalmente lasciato la Dogaia, dove è ristretto dal 30 maggio, per andare ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Nonostante il Riesame avesse disposto la sostituzione della misura già il 14 giugno, di fatto non era stato possibile applicarla per mancanza dell’apparecchio di controllo a distanza, disponibile solo ieri mattina, come anticipato da La Nazione lunedì.

E’ probabile che la Turini chieda nei prossimi giorni di essere interrogato in procura. Nessuna novità per quanto riguarda Moretti, difeso dall’avvocato Flavio Campagna, che è finito in carcere per aver risposto a una telefonata di lavoro mentre era ai domiciliari.

L’inchiesta della procura fiorentina prosegue tanto che durante il Riesame di Turini sono stati depositati nuovi atti relativi a dettagli emersi dalle intercettazioni effettuate dopo la richiesta della procura di misura cautelare. Come le presunte pressioni ad alcuni proprietari di capanni vicini all’azienda di Matteini Bresci la testimonianza del sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli, sentito in procura in merito all’interessamento per non far trasferire Turini (su richiesta dell’imprenditore) e sui contatti intercorsi fra il militare e una esponente politica di Poggibonsi, luogo dove era stato maresciallo fino al 2020, per procurare voti in vista delle elezioni amministrative fra gli anziani ospiti di una rsa.

Secondo l’accusa, Turini si sarebbe messo a disposizione di imprenditori, italiani e cinesi, accedendo abusivamente al sistema banca dati delle forze dell’ordine per fornire informazioni. Almeno 99 gli accessi individuati. In particolare, sempre secondo l’accusa, avrebbe fornito a Matteini Bresci informazioni su indagini, coperte da segreto, relative a dipendenti e notizie su industriali. In cambio, l’imprenditore avrebbe pagato un viaggio negli Usa al figlio del tenente colonnello e interceduto con Silli perché si attivasse con il comando generale dell’Arma dei carabinieri per evitare il trasferimento da Prato di Turini.

Sempre il tenente colonnello, secondo l’accusa, avrebbe procacciato clienti all’amico Roberto Moretti fornendogli informazioni ricavate abusivamente dalla banca dati in uso alle forze dell’ordine in cambio di bottiglie di vino del valore di oltre 1.800 euro.

Laura Natoli