Tutela della creatività. Dai tessuti contraffatti sboccia la solidarietà

Bruni, Ad di Lyria, ha raggiunto un accordo transattivo con il cliente. Aveva copiato le sue pezze. "Faremo vestiti da donare a La Nara" . .

Tutela della creatività. Dai tessuti contraffatti sboccia la solidarietà

Riccardo Bruni, Ad di Lyria

Sembrava ormai passata di moda la brutta abitudine di copiarsi tra imprenditori italiani del distretto, ma la storia di Riccardo Bruni, amministratore unico di Lyria, l’azienda con sede a Montemurlo che produce tessuti di qualità sia per l’arredamento sia per l’abbigliamento, racconta altro. Ma racconta anche come si possa trasformare un danno subito in un’opportunità per generare valore positivo nella comunità sia sul fronte della solidarietà sociale sia sul fronte della sostenibilità ambientale. "Tutto ha inizio l’estate scorsa, quando mi trovavo in una rifinizione del distretto pratese – racconta – riconosco che uno dei tessuti in lavorazione è uguale ad uno dei miei. Chiedo spiegazioni e risalgo a tre clienti interessati all’articolo. Uno di loro, un confezionista italiano della Toscana, ammette di aver preso il taglio campione da noi e poi di averlo girato pari pari per la lavorazione".

Il cliente non ha potuto fare altro che ammettere la propria responsabilità di aver riprodotto illegalmente uno dei tessuti ideati da Lyria e protetto da tutela di proprietà industriale. Un tessuto esclusivo, come la maggior parte dei prodotti dell’infinito archivio di Lyria, frutto del lavoro creativo e della maestria artigianale della sua azienda.

Consapevole dell’infrazione, Bruni ha deciso di agire subito, affidandosi al suo legale per tutelare i propri diritti. In una lettera formale, ha fatto presente al cliente la violazione della proprietà intellettuale, un atto che costituisce concorrenza sleale e che avrebbe potuto avere conseguenze legali severe. Di fatto il confezionista "ha violato un titolo di proprietà industriale che abbiamo fatto per tutelare il nostro know how, che è frutto di ricerca e studio. Quasi tutti i nostri tessuti sono protetti da depositi di proprietà industriale", aggiunge Cristina Catani, membro Cda consigliere delegato.

Nei giorni scorsi i legali delle due parti hanno raggiunto un accordo transattivo per distruggere i tessuti contraffatti, ma è qui che è sbocciata la solidarietà. Lyria ha deciso di non distruggere le pezze illegalmente riprodotte "ma ci impegniamo a realizzare abiti che saranno donati all’Associazione La Nara", afferma Bruni. Un epilogo di una storia di ’pirateria tessile’ che apre al lato positivo con doppio risvolto di solidarietà sociale e sostenibilità ambientale. "Abbiamo deciso di ritirare dal commercio i tessuti copiati. Anziché procedere con la distruzione del materiale, un atto che avrebbe avuto un impatto negativo sull’ambiente, abbiamo scelto di confezionare dei vestiti da donare all’associazione La Nara, un’organizzazione che si occupa di fornire supporto a donne vittime di violenza".

Una scelta che riflette non solo l’impegno di Bruni verso la sostenibilità, ma anche la sua sensibilità verso una causa importante: i tessuti, che avrebbero potuto diventare un simbolo di una concorrenza sleale, si sono invece trasformati in un aiuto concreto per donne che stanno affrontando momenti difficili della loro vita.

Sara Bessi