
Tutti a lezione di energia nucleare Un pezzo di futuro al Centro Enea
Scenari degni di un film di fantascienza e tante informazioni riguardo al futuro dell’energia nucleare nel nostro paese. È il bilancio della visita che il Rotary club Prato ha effettuato al Centro di ricerche Enea, affacciato sul Bacino del Brasimone, in territorio bolognese, poco oltre il confine con la provincia di Prato. La struttura, sorta negli anni ‘50 rappresenta l’eccellenza italiana nel campo della ricerca sulle energie alternative, in particolare sul nucleare. Le ricerche proseguono incessantemente senza impiego di uranio, il cui utilizzo è proibito in seguito ai referendum del 1987 e 2011, con cui il nostro paese rinunciò e confermò il rifiuto del passaggio al nucleare. Tuttavia, il Centro Enea del Brasimone rappresenta una eccellenza in campo internazionale come dimostra il fatto che lì viene preparato personale specializzato ingaggiato da altri paesi - dalla Cina agli Usa, dal Regno Unito alla Romania - per costruire o gestire centrali nucleari. Gli ingegneri Alessandro Dodaro e Mariano Tarantino hanno accompagnato il gruppo di rotariani alla conoscenza teorica del panorama delle energie alternative, quindi hanno illustrato passo passo la struttura che fra l’altro, dietro uno spesso oblò custodisce il reattore che prima del 1984 era destinato a ricevere e trattare il combustibile a base di uranio.
Uno scenario degno di un set cinematografico. E non a caso proprio in quei locali sono state girate alcune scene di Diabolik 2, con Monica Bellucci fra i protagonisti. Dodaro e Tarantino hanno spiegato che la ricerca sul nucleare effettuata nel Centro Enea è finalizzata a garantire la massima sicurezza e alla riduzione dell’impatto ambientale. A quest’ultimo scopo si studiano reattori di nuova generazione. Inevitabile, la domanda sull’eventuale sbarco nel nucleare da parte dell’Italia. I tecnici Enea rispondono che ogni eventuale scelta debba essere preceduta da adeguata informazione, senza decidere "di pancia" come avvenuto con i referendum, promossi all’indomani degli eventi di Chernobyl e del Giappone. O come avverrebbe con una consultazione popolare durante un periodo in cui la bolletta energetica tocca i livelli più elevati. Enea auspica dibattiti pubblici, ad ogni livello, con portatori di posizioni contrarie, per consentire all’opinione pubblica decisioni consapevoli, quale ne sia l’esito. In ogni caso, per una svolta verso il nucleare occorrerebbe una fase preparatoria di almeno vent’anni.