
Il nostro test ieri mattina all’ufficio di via dei Fossi del Pubblico registro automobilistico.
Prato, 30 settembre 2015 - «Scusa, io fare passaggio di auto, quale tasto pigiare?». Capelli a spazzola, jeans rossi e giubbotto in pelle. Il giovane cinese appena varcata la soglia del Pra al Macrolotto resta un po’ spiazzato dalle tre opzioni riportate sul display del distributore di numerini per la coda. Passano pochi secondi e anche il signore anziano con i capelli ingrigiti trova qualche difficoltà e chiede aiuto: «Devo fare il passaggio di proprietà, questo tasto va bene?». Di sicuro se si è in coda al Pubblico registro automobilistico di via Dei Fossi non conviene sistemarsi accanto al distributore di ticket. Il rischio è quello di dover passare la mattinata a dare informazioni. Anche se potrebbe essere una maniera per passare più velocemente il tempo. In media infatti per poter essere serviti dai tre addetti allo sportello servono dai 40 ai 50 minuti. Se non ci sono intoppi la coda scorre abbastanza velocemente, ma l’ufficio ogni giorno è decisamente frequentato visto che anche ieri mattina intorno alle 11 in attesa c’erano 24 persone.
Di certo l’ufficio non è proprio comodo. La mamma col bambino in braccio e l’anziano costretto a restare quasi un’ora in piedi possono confermare. Per 24 persone nella piccola stanza ci sono appena tre sedie. Gli altri si devono accontentare di uno spicchio di parete dove appoggiarsi. «Ci sono già stato qualche tempo fa, più o meno ho aspettato una quarantina di minuti. Se non ci sono intoppi non è tanto lunga l’attesa...», conferma un ragazzo arrivato poco prima accompagnato dall’acquirente della sua auto.
Talvolta a rallentare i «lavori» ci si mettono le incomprensioni: sono molti gli stranieri che si rivolgono al Pra soprattutto per i passaggi di proprietà dei veicoli. Capita però che non tutti parlino correttamente l’italiano ed è qui che nascono i problemi. Gli addetti fanno tutti gli sforzi possibili per farsi comprendere: parlano lentamente, in maniera semplice, ma è difficile far capire certi tecnicismi se la persona che ti sta davanti capisce a malapena il significato di «ciao». Almeno ieri non c’erano mediatori linguistici ad affiancare il personale, come invece esistono ad esempio all’anagrafe centrale. La soluzione è quella di chiedere allo straniero di tornare accompagnato da un connazionale che parla l’italiano. I più esperti invece si presentano direttamente con un parente o amico a fare da traduttore.
Ad incidere sui tempi del servizio sono anche gli orari di apertura al pubblico: l’ufficio di via Dei Fossi infatti è aperto dal lunedì al venerdì soltanto la mattina dalle 8 alle 12 mentre il giovedì l’orario si allunga alle 14. Non tanto a confronto dei servizi che svolge come ad esempio la prima registrazione, trasferimento di proprietà, la perdita di possesso o l’esportazione di un veicolo.
A scorrere in maniera più veloce sono i numeri con la lettera A mentre la C in un’ora non è mai scattata in avanti. Anche se l’attesa dura in media una quarantina di minuti gli animi si surriscaldano facilmente: «Lei è arrivato dopo, perchè passa avanti?». «Io sono qui da mezz’ora, non è giusto». A fare fede però è il numerino. Su quello non si discute.
Silvia Bini