
Il vescovo Giovanni Nerbini
Prato, 22 settembre 2023 – Svolta traumatica nel mondo dell'editoria locale pratese: Tv
Prato licenzia lo storico direttore responsabile dell'emittente, Gianni Rossi. La notizia viene confermata dal giornalista, che per 14 anni ha guidato la testata e che per 13 anni è stato presidente del Cda. Da settembre dell'anno scorso la proprietà aveva deciso l'avvicendamento alla presidenza scegliendo come nuovo numero uno della tv Roberto Macrì, tuttavia Rossi aveva conservato la direzione della testata ottenendo inoltre il ruolo di direttore generale dell'azienda.
"Nell’ambito di un più complessivo intervento di riorganizzazione e rilancio aziendale, si è proceduto all’avvio di un nuovo assetto della emittente che, superando una previsione organizzativa piramidale valorizza il ruolo delle professionalità presenti nei diversi comparti aziendali. Conseguentemente è stata eliminata la figura del Direttore Generale e, con dispiacere, interrotto il rapporto di lavoro con Gianni Rossi”, si legge in una breve nota firmata da Macrì, presidente di Tv Prato Srl.
La lettera di licenziamento in tronco è stata recapitata in mattinata: "Prendo atto della decisione, in questo momento vivo un grande dolore e non mi sento di dire altro dopo ben 14 anni alla guida di Tv Prato", dichiara Rossi.
Appena tre giorni fa il vescovo, Giovanni Nerbini, in una nota diramata alla stampa aveva difeso la scelta di far entrare in Ope-Fin, la finanziaria della Diocesi di Prato che controlla l'85% dell'emittente, un nuovo socio: l'imprenditore edile Manuele Lo Conte con una quota del 4%. Al tempo stesso, però, aveva messo nel mirino Rossi. Con una sorta di "operazione verità" Nerbini aveva rivendicato i grandi sacrifici sostenuti dalla curia negli ultimi anni per accompagnare gli investimenti sia sul fronte tecnico che del personale di Tv Prato, evidenziando al contempo che questa operazione, scriveva nella nota, era stata "affidata alla responsabilità del presidente-direttore generale e finalizzata a raggiungere la sostenibilità economica della gestione. Nel 2022 la diocesi ha dovuto prendere atto che l'obiettivo non era e non sarebbe stato raggiunto". Una riflessione che in neanche 72 ore si è tradotta in una separazione non consensuale.
L’Associazione Stampa Toscana si dice "sconcertata di fronte a un licenziamento in tronco, atto sempre drammatico e ancora di più in un momento di grande sofferenza nel mondo dell'editoria e dell'informazione, chiede al presidente del Cda di Tv Prato di sospendere la decisione e propone un tavolo sindacale - al quale potranno sedere il presidente, Sandro Bennucci, e il consigliere del direttivo Ast, Giacomo D'Onofrio - per poter valutare con rinnovata serenità una situazione che, allo stato attuale, si sta rivelando dolorosa per tutti".
I dipendenti di Tv Prato si schierano invece con la Diocesi. Oggi i lavoratori firmano una nota ringraziando in particolare il vescovo Giovanni Nerbini per il recente irrobustimento dell'assetto societario. "Dopo aver letto le varie ricostruzioni a proposito dell'allargamento della compagine di Ope-Fin alla Lo Conte Costruzioni e dopo aver trascorso questi mesi, come sottolineato dal vescovo monsignor Nerbini, a svolgere il nostro lavoro con 'indiscussa professionalità e grande attaccamento all'emittente'- si legge nel comunicato- i dipendenti di Tv Prato tengono a precisare che la soluzione individuata dalla proprietà con l'ingresso del nuovo socio Ope-fin è ritenuta soddisfacente per varie ragioni, tenendo conto della situazione economico-finanziaria pregressa dell'emittente di cui il personale è venuto a conoscenza soltanto grazie al trasparente lavoro svolto dall'attuale presidenza". In più di un'occasione, sottolineano ancora i dipendenti, "sono state date garanzie da parte della proprietà riguardo alla tutela dei posti di lavoro e al rispetto dei contratti nazionali di riferimento. Ulteriore fattore di rassicurazione è che la Diocesi rimanga come soggetto di maggioranza all'interno dell'assetto societario di Tv Prato, elemento a garanzia secondo noi dell'autonomia e dell'indipendenza della testata".