
Per il secondo anno consecutivo niente cocomero in piazza per i pratesi che restano in città, che non sono pochi come negli anni gloriosi del tessile. Un Ferragosto di caldo, distanziamenti e divieti. Neppure la musica in piazza delle Carceri è prevista domani sera, come invece era successo un anno fa. Niente festa, quindi, uno dei tanti effetti collaterali del covid. Quella del cocomero è una tradizione di oltre sessant’anni, con mille ricordi, alterne fortune e i segni dei cambiamenti della città. Iniziò nel 1959, grazie a al sindaco Roberto Giovannini, Gino Borchi e altri amici con l’idea di offrire ai tanti pratesi che non potevano permettersi di andare in vacanza la possibilità di stare insieme, in attesa dell’ostensione. Così in questo giorno 15 agosto tanto diverso resiste solo la più secolare delle nostre tradizioni, nel giorno in cui si celebra l’Assunzione di Maria.
La solenne ostensione del sacro cingolo mariano, la reliquia conservata da oltre ottocento anni nella cattedrale di Santo Stefano, è in programma dopo le 17, terminato il canto dei vespri. Il rito sarà officiato dal vescovo Giovanni Nerbini, in rappresentanza del Comune, che possiede da secoli due delle tre chiavi che aprono il reliquario con la cintola, ci sarà l’assessore alla pubblica istruzione Ilaria Santi. Quest’anno il 15 agosto cade di domenica e in cattedrale sono previste le messe festive secondo il solito orario: 7,30, 9, 10,30, 12 e 19. Infine, sempre domani monsignor Nerbini è stato invitato a presiedere la messa solenne delle 11 al santuario della Beata Vergine delle Grazie a Boccadirio sull’Appennino bolognese al confine tra Emilia e Toscana. Si tratta di un luogo di spiritualità e pace molto caro ai pratesi perché il 16 luglio 1460 la Madonna apparve a due piccoli pastori, Donato Nutini e Cornelia Vangelisti. La bambina poi divenne monaca col nome di suor Brigida e visse nel monastero di Santa Caterina a Prato.