
Capita di dover fare due colazioni di fila. Una al bar solito, una sulla strada del ritorno al bar Machiavelli di fronte al negozio di abbigliamento di Piccioli, dove intravedi due monumenti del calcio pratese e italiano: Roberto e Christian Vieri, babbo e figlio. Come la cucina Scavolini: i più amati dagli italiani. Christian l’avevano intercettato giorni fa sulle colline della Calvana. Come vedere un panda. Bobo è stato zingaro come calciatore, cittadino del mondo non stanziale. Saluto il padre Roberto, con cui ebbi familiarità nel Calcio Prato, ceduto dalla Fiorentina per un boccone di pane e portato alle vette calcistiche da Corrado Viciani, il profeta del gioco corto. Il padre Roberto: la solita schiettezza di Bobo, perché quello che c’è da dire in casa Vieri lo si dice con il minor numero di parole possibile. Secche, chiare, concise.
L’allenatore Viciani si dimise perché il presidente Baldassini non volle rinunciare agli 80 milioni di lire offerti dalla Sampdoria. I pratesi hanno sempre venduto la lira a un franco e venti.
"Rammento bene. Si era negli anni 1965-66. Mi avevo visto occasionalmente Bernardini e mi volle nella Samp dove disputai 32 partite. Da lì al paradiso della Juve e via di seguito".
Uno degli insegnamenti tecnici di Bernardini?
"Uno in particolare sul piano tecnico: quando sei dietro alle punte fai le cose semplici come Schiaffino, quando entri in area fai quello che vuoi".
"Quanti anni aveva mio padre?", domanda a questo punto Christian. Di rimando chiedo scherzosamente al padre quanto costa fare un’intervista a Christian. Lui sorride: "Gli amici di mio padre sono miei amici". Per Bobo Sidney e l’Australia erano la casa, dove li aveva portati suo padre all’età di 4 anni, ma il cuore da lì in poi fu a Prato. Venne da me per la visita di idoneità medica all’Asl, portatovi da Rodolfo Becheri nonno di Alino Diamanti e presidente del Coiano Santa Lucia. "Qui c’è del buono dottore", mi disse Becheri. Fu a prima vista un legno grezzo da spalmare: grande forza fisica, veloce in progressione, molto efficace nel gioco aereo, ma piedi ignoranti. Nonostante il fisico massiccio, tra le sue migliori qualità rientrava l’opportunismo, prerogativa di attaccanti più esili; in più un sinistro micidiale, un dio ci liberi subito accalappiato dal Torino.
Anche tu - gli ricordo - esordio in serie A come il padre a 18 anni, dopo essere cresciuto sull’erba del Prato Calcio.
"Vero. Sono uno zingaro a cui è sempre piaciuto esplorare".
Ora in pensione? Anche il Padreterno si riposò dopo aver creato il mondo."
"Ho ancora molti interessi, ho una residenza a Miami, ma ho voluto rituffarmi nella città che mi ha adottato a respirare l’aria di casa A. In mezzo alle vacanze pratesi, non tralascio occasione per tornarmene più volte a Milano a ritrovare le luci dei miei occhi: le figlie Stella, Isabel, e abbracciare la moglie Costanza".
Quante ne hai abbracciate? Elisabetta Canalis, Melissa, Jazzma Kendrick, Costanza eccetera...
"Togliamo l’ecc. ecc. La varietà è il sale della vita". Cessato il bomber, resta l’opinionista tv.
In servizio attivo nel calcio resta il rampollo di famiglia, il fratello Massimiliano, che fra poche settimane andrà ad allenare le giovanili della Fiorentina. Incontrato anche lui nelle strade di Prato, dove la famiglia Vieri si è temporaneamente riunita. "Comincio a riassaporare calcio, quello buono, grazie al contratto stilato in queste ore con i viola. Che rimanga fra noi". Passati cinque giorni: per un cronista un segreto infinito. Oggi si può dire, perdinci.