Com’è nell’immaginario collettivo il tipico visitatore di un museo d’arte moderna? "Secondo molti è un uomo di mezza età, appassionato d’arte che visita in solitudine. In ogni caso il museo viene visto come uno scrigno inaccessibile ai più. Invece per il Centro Pecci di Prato l’obiettivo è un altro: aprire il museo a tutti".
Gli studenti della 2 B media
del Conservatorio San Niccolò hanno intervistato la dottoressa Irene Innocente, responsabile della programmazione delle attività educative.
Innocente, qual è il vostro obiettivo?
"Il nostro obiettivo principale è creare una comunità che accolga tutti i cittadini, proponendo attività che possano coinvolgere sia adulti, sia i giovani: il museo può e deve essere non solo un centro di cultura, ma anche di incontro per ragazzi".
Quali attività sono proposte? "Per creare una comunità bisogna pensare davvero ad ogni fascia d’età: ad esempio, per i ragazzi proponiamo visite guidate, ma anche centri estivi, in collaborazione con artisti che possono introdurre con diversi laboratori a tanti modi di fare arte. Molti ragazzi che si sono incontrati durante queste iniziative si sono tenuti in contatto, e hanno sfruttato
le opportunità. Un’iniziativa di successo è ’Primi mille giorni d’arte’, pensata per le donne
in gravidanza e le neo-mamme, per rendre ancora più preziosi
i primi anni delle famiglie".