"Chiederemo il riconoscimento del nostro servizio di interesse pubblico, che è economia circolare vera, sostegno alle persone in difficoltà e non pesa sui bilanci delle istituzioni". E’ amareggiato e preoccupato Lorenzo Frasconi, ex presidente di Emmaus Prato e oggi componente del consiglio direttivo. Memoria storica dell’associazione, presta ancora servizio come volontario alla cassa due giorni alla settimana. Dirigente del Comune per decenni, oggi è consigliere comunale eletto con la lista civica che sosteneva la candidatura a sindaco di Gianni Cenni. Conosce molto bene il mondo della burocrazia.
Cos’è successo con Alia?
"Un paio di mesi fa ci è stato comunicato che il ritiro dell’invenduto sarebbe stato sospeso, in attesa di stipulare una nuova convenzione. Questo ci ha sorpreso".
Perché?
"Non c’erano mai stati problemi con Asm, ma anche con Alia. Ogni anno presentiamo un report dettagliato di quanto grazie a Emmaus non viene portato in discarica e ogni anno paghiamo la Tari, intorno ai 4mila euro".
Da quando effettuate questo servizio?
"Dal 1978, senza mai chiedere niente agli enti pubblici. Il primo contributo lo abbiamo ricevuto ultimamente dalla Fondazione Cassa di risparmio per l’acquisto di un camion, che ci serve per ritirare gli ingombranti a domicilio. A differenza di Alia, con i nostri volontari noi aiutiamo le persone anche nello smomtaggio dei mobili più grandi. A chiedercelo sono tanti anziani: come farebbero da soli?".
Quante persone lavorano per voi?
"Siamo un centinaio, quasi tutti volontari. Ci sono meno di dieci dipendenti nelle nostre sedi, perché certo non si può fare tutto quello che facciamo solo con i volontari. C’è il lavoro d’ufficio, con tutti gli adempimenti burocratici, c’è bisogno di un minimo di continuità nelle prestazioni d’opera".
Come funziona il servizio?
"Tantissime persone ci portano quello che non usano più o non possono più tenere. Non è sempre facile liberarsi di oggetti e ricordi, spesso è necessario: per molti rivolgersi a Emmaus vuol dire aiutare qualcuno che ha bisogno, dare un’altra vita alle cose. Ed è proprio così. I nostri volontari fanno la selezione di quello che arriva: parte degli oggetti finisce in vendita, altri no e sono quelli che Alia raccoglieva. Ogni giorno tanti vengono da noi a comprare, nella maggior parte dei casi sono persone in difficoltà economica".
Quanti incassi per la vendita?
"Tra tutti i centri Emmaus di Prato circa 700mila euro l’anno. Tolto il costo del personale, le spese per commercialisti, esperti di sicurezza, insomma per i vari supporti necessari per adempiere alle prescrizioni di legge, tolte le spese come utenze e manutenzioni, tutto il resto è impiegato in progetti di solidarietà per i bisognosi. Quante persone abbiamo accolto in tutti questi anni nelle nostre comunità, segnalate dai servizi sociali o trovate per strada. Faccio un esempio: Fazil Mohamed. Lo conobbi 25 anni fa, quando con il servizio notturno della Caritas si portava cibo ai senzatetto. Dormiva in stazione. Oggi ha 74 anni ed è ancora con noi: è bravissimo a selezionare i metalli".
Cosa succederà con la nuova convenzione?
"Chiederemo il riconoscimento del nostro servizio nell’interesse pubblico, di economia circolare vera, che è importante per tante persone in difficoltà. Lo ripeto: in 46 anni non abbiamo mai chiesto un euro e alla comunità abbiamo solo dato. Ci sono leggi e regole diverse? Vogliamo fare le cose in modo corretto, ma le regole devono essere chiare e condivise".
I tempi sono cambiati.
"Cito San Paolo, lettera ai Romani: La legge è peccato? No certamente. Però io non ho conosciuto il peccato se non per la legge. Quando si vuole regolamentare tutto si finisce nella spazzatura....".
Anna Beltrame