Non c’è dubbio. La questione dello sviluppo dell’aeroporto di Firenze è stata protagonista delle campagne elettorali e lo sarà nelle prossime. Se ne è parlato per le regionali del 2020 e per le amministrative del giugno scorso. E sarà al centro del dibattito per il prossimo voto toscano (2025 o rinvio al 2026). Certo è che il fronte del centrosinistra, a pochi chilometri di distanza, si presenta molto variegato, per usare un eufemismo. Diviso storicamente tra Firenze e le città della Piana fino a Prato, compresa la città del tessile.
Il governatore Eugenio Giani ha provato, con il cosiddetto patto della bistecca, a mettere tutti intorno al tavolo del dialogo, ma le "sfaccettature" e le "smagliature" prima o poi sono tornate fuori anche se l’intesa sembrava aver messo radici. A fronte di compensazioni per i Comuni interessati.
Giani ci crede sempre: lo sviluppo del "Vespucci" in una visione regionale con il potenziamento anche dello scalo pisano del "Galilei" è fondamentale, utile, raggiungibile e necessario.
Le nuove rotte del "Vespucci" in atterraggio, prevedono il sorvolo di Cafaggio-Le Fontanelle e di Capezzana. Mentre in decollo la quota di sorvolo è sempre su Cafaggio e Fontanelle oltre i 1100 metri. Alle prime osservazioni del comune di Prato, Toscana Aeroporti ha fornito alcune risposte non ritenute esaustive. Da qui le nuove richieste.
Nell’estate scorsa alla domanda de La Nazione (Questione aeroporto. Lei è sempre stato un fautore dello sviluppo dello scalo fiorentino. Da Prato c’è sempre stata ferma opposizione sia con il sindaco Biffoni che con l’attuale sindaca Bugetti. Come riuscirà a convincere Prato che l’operazione non danneggia la città?) Giani rispose così: "E’ una questione che si sta sviluppando sul piano romano con la valutazione di impatto ambientale su un progetto che ha superato i problemi ambientali dal punto di vista del cono di volo su Prato. Spostando infatti in modo più declinato la pista che tendenzialmente rimane quasi parallela all’autostrada, su Prato non è previsto nessun sorvolo. Se vengono meno gli aspetti ambientali rispetto al cono di volo sulla nuova pista, meno che meno l’aeroporto creerà problemi a Prato sul piano economico; anzi, sul piano della fruizione del servizio, unito alla tranvia che dalla stazione e dal Pecci arriverà a collegarsi con Peretola, ci sarà un miglioramento che renderà sempre più competitivo il mondo economico di Prato fondato sul commercio, la piccola e media industria e la moda".
Ecco la compensazione che Giani vuol giocare per Prato è proprio il metrotram. Il progetto si è ampliato: non solo Pecci-Peretola, ma un collegamento che sa di tram a Prato (dalla stazione centrale al Centro per l’arte contemporanea) e di metro verso Campi Bisenzio prima e l’0smannoro dopo per arrivare poi proprio allo scalo aeroportuale.
Il progetto metrotram piace alla giunta Bugetti. Adesso il piano è sottoposto alla verifica del ministero delle Infrastrutture che deve erogare il finanziamento per il primo lotto (450 milioni).
"La tramvia veloce che tanto effetto benefico sta avendo per Firenze, si trasformerà sempre di più in una rete metropolitana tale da coinvolgere la piana fiorentina e le colline a sud, nonché il tratto da Prato a Firenze con i comuni intermedi" ha detto Giani.
"A progetti ultimati, la rivoluzione della mobilità e l’incentivo del trasporto pubblico riceveranno un decisivo input per la sostenibilità della mobilità urbana nell’area più popolata della Toscana. Se il ministero finanzia almeno la metà delle risorse necessarie per il primo lotto si parte".
L.C.