
Un tesoro nascosto da scoprire Il chiostro romanico che stupisce
Un tesoro nascosto tra le mura della Cattedrale: Il Chiostro romanico All’interno del percorso del Museo dell’Opera del Duomo di Prato i visitatori escono dalle sale per accedere, con grande meraviglia che si legge nei loro occhi, ad un gioiello protetto dalle mura della Cattedrale e del Palazzo Vescovile, il Chiostro romanico. Purtroppo ci è pervenuto soltanto un unico lato (ce ne erano 4 come in ogni chiostro) ma è ancora ben visibile la caratteristica decorazione a incrostazione marmorea realizzata con una raffinatissima bicromia bianco-verde, unico esempio esistente di questa tipologia nel territorio fiorentino. Realizzato nella seconda metà del 1100 crollò probabilmente fra il ‘300 e il ‘400 e sul lato esistente si notano 11 arcatelle che si raccordano su esili colonnine in marmo bianco e su altre, più robuste, in serpentino verde. La parte più suggestiva è sicuramente legata ai tre fantasiosi capitelli zoomorfi del varco centrale e della colonnina a sinistra di questo, databili attorno al 1160 e attribuiti al Maestro di Cabestany, artista di cui non abbiano notizie biografiche ma che utilizza un linguaggio figurativo lontano da quello italiano e legato ai bestiari francesi del tempo. Il secondo ordine del chiostro, con tettoia, fu realizzato nel 1428 in sostituzione di quello romanico. Interessante il dialogo tra architettura antica e arte contemporanea che ben emerge nelle opere all’interno dello spazio del prato: Trio (1998) di Giuliano Giuman, dono dell’artista e Quattro per Donatello (2001), donata da Pina e Giuliano Gori, omaggio al grande artista rinascimentale da parte dello statunitense Robert Morris, tra i principali esponenti della Minimal Art. Un luogo nascosto dalle mura maestose della Cattedrale pieno di storia e fascino, appena dietro alla porta!