Un tessile a tinte sbiadite. Cresce la richiesta di Cig

Prato, l’analisi degli ultimi dati: in sofferenza le aziende terziste della filiera

Un tessile a tinte sbiadite. Cresce la richiesta di Cig

Prato, l’analisi degli ultimi dati: in sofferenza le aziende terziste della filiera

Il quadro della crisi del distretto si fa sempre più a tinte fosche. Le aziende hanno bisogno urgente di una boccata d’ossigeno, come dimostrano due fattori che da tempo non andavano così di pari passo. Da una parte le organizzazioni sindacali registrano l’aumento della richiesta di cassa integrazione sia nell’industria sia nell’artigianato, dall’altra il mondo dell’occupazione inizia ad incrinarsi mostrando una crescita di circa il 15% di richieste di disoccupazione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Una fotografia istantanea che rischia di rovinarsi ancora di più se al più presto non saranno concretizzate misure di supporto ad imprese e lavoratori del settore della moda. Un appello che è stato lanciato forte e chiaro dal Tavolo del distretto, riunito per ben due volte e coordinato dal Comune di Prato, indirizzato al Governo: "Fare presto", è la parola d’ordine che arriva da Prato. L’ultimo confronto si è svolto pochi giorni fa e ha visto protagonisti la sindaca Ilaria Bugetti, i rappresentanti delle associazioni di categoria, i sindacati e i parlamentari pratesi (Chiara La Porta, Erica Mazzetti e Christian Di Sanzo).

Per l’industria il paracadute degli ammortizzatori sociali è un po’ più robusto: sono arrivo richieste di cassa integrazione ordinaria o straordinaria almeno fino alla fine dell’anno. Il settore dell’artigianato e le piccole aziende con meno di 15 dipendenti soffre di più perché si appoggia sul Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato (Fsba).

"In molti casi ormai il Fondo è agli sgoccioli, mentre in altri è stato esaurito – commenta Juri Meneghetti, segretario generale della Filctem Cgil – Il ministro del Lavoro nelle settimane scorse ha aperto ad attivare gli ammortizzatori sociali, ma ora non c’è da perdere più tempo. Vanno attivati subito". L’attivazione della Naspi interessa, infatti, principalmente "le imprese artigiane sotto i 15 dipendenti e a farne le spese nella filiera sono molti terzisti", sottolinea Meneghetti. Tra le misure indicate come forma di sollievo ci sono la cassa integrazione in deroga anche per le aziende che hanno meno di 15 dipendenti e la moratoria sul pagamento degli F24 per lasciare liquidità nei bilanci aziendali. "Siamo di fronte a una crisi diversa da tutte le altre contrassegnata da un calo di ordini e dei consumi - dice Bugetti – . Il rifinanziamento della cassa integrazione e il dilazionamento dei debiti con banche e lo Stato, devono diventare realtà entro poche settimane". "In una sola mattinata sono arrivate sulle nostre scrivanie una decina di Naspi – chiosa Mirko Zacchei, segretario generale Femca Cisl Firenze e Prato – Ciò indica che il fenomeno è in un aumento: ci aspettano due mesi pesanti. Purtroppo le domande ci fanno vedere che le aziende artigiane si stanno muovendo in anticipo chiedendo, quelli che ancora ne hanno la disponibilità, il fondo Fsba e la disoccupazione".

Per Confindustria Toscana Nord, adesso Prato soffre di più, scontando il rallentamento del settore moda a livello mondiale. "Sono cicli lunghi con dinamiche proprie – dice Daniele Matteini, presidente di Ctn – In questo momento dobbiamo far sì di non perdere niente della filiera perché è sacrosanta". Dal suo osservatorio, Matteini precisa che "sebbene ci siano dei cali importanti ed il momento non sia brillante, non mancano aziende in controtendenza che vanno bene. Per quanto ci riguarda continueremo a chiedere a Governo ed enti preposti tutto quello che è necessario, come la cassa integrazione".

Sara Bessi