REDAZIONE PRATO

Un’altra vittima. Muore folgorato nella sua taverna. E c’è un disperso

Settantenne trovato in via di Cantagallo. Si cerca un uomo di 82 anni. Da Bagnolo a Figline la disperazione delle famiglie: "Tutto in fumo".

Un’altra vittima. Muore folgorato nella sua taverna. E c’è un disperso

Un’altra vittima. Muore folgorato nella sua taverna. E c’è un disperso

L’apocalisse. Figline, Santa Lucia, Maliseti, Oste, Bagnolo, Seano, Sant’Ippolito, frazioni e paesi spazzati via dalla furia di torrenti impazziti. La provincia pratese da nord a sud è piegata dal maltempo. Luoghi distanti decine di chilometri e uniti nella tragedia. Tre le vittime, un’altra donna morta durante l’emergenza e un disperso. Un uomo di 73 anni, rimasto folgorato nella sua abitazione, in via di Cantagallo. Il decesso viene ricollegato al maltempo. L’uomo ha preso la scossa mentre cercava di staccare la corrente elettrica nella taverna della sua abitazione. Probabilmente temeva un allagamento e quindi possibili cortocircuiti all’impianto elettrico della casa. Alfio Ciolini, 85 anni, è morto giovedì sera nella sua casa in via Riva 21, nella frazione di Bagnolo. L’anziano è stato trovato nel salotto, riverso nell’acqua senza vita. L’85enne era autosufficiente, per questo aveva sempre voluto difendere la propria autonomia. L’altro decesso sempre a Montemurlo è di una donna di 84 anni in via Garda, colpita da un malore mentre spalava fango. Deceduta anche una donna di 28 anni per un malore a Oste di Montemurlo, una delle località più colpite dalle inondazioni. La giovane donna sarebbe stata cardiopatica e anche se il decesso al momento non viene direttamente collegato all’alluvione, la sua morte è comunque avvenuta in un contesto di emergenza. Adesso si cerca un uomo di 82 anni. Per ora è stata trovata solo l’auto.

La piena è arrivata all’improvviso, è entrata nelle case sfondando porte e portoni. Chi era dentro ha cercato riparo ai piani alti, nelle soffitte e persino sui tetti. Negli occhi il terrore e la devastazione. Un boato intorno all’ora di cena e poi l’acqua ha aperto di prepotenza le porte delle abitazioni ed è entrata con tutta la forza di un uragano. Dopo la notte più lunga ieri è stato il giorno del dolore e della conta dei danni. Galosce ai piedi, granate, pale, fango ovunque, sul volto i segni di ore di terrore di una notte che in tanti non dimenticheranno.

Anni di vita mangiati in pochi minuti dal torrente Bardena che è entrato alle 20 di giovedì sera con prepotenza inaudita dalla porta di ingresso portandosi via tutto: ricordi, fotografie, risparmi, biancheria, mobili. "Tutto perso, tutto da buttare", scuote la testa mentre tenta invano di spazzare via il fango attaccato ai pavimenti e alle pareti di casa, Giacomo Becchi, 75 anni, dal 1953 residente in via di Cantagallo. "Il torrente ha saltato il muro di cinta e un’onda anomala ci ha travolto". Figline è ferita al cuore, via di Cantagallo giovedì intorno alle 20 è diventata un tutt’uno con il torrente Bardena. L’acqua è salita fino al parapetto di mattoni antichi, è uscita, ha spaccato gli argini in più punti: "Un boato e la strada è diventata un fiume", dice Simone Innocenti mostrando video terrificanti. "Le auto hanno iniziato a scendere giù a valle portate dalla piena come fossero barchette di carta". Una due, tre, cinque, perfino un autobus è stato travolto. "Mi sono affacciato e ho visto un pullman che veniva trascinato via dall’acqua, è stato impressionante", dice Angelo Baldi. Impotenti davanti alla furia della natura che non risparmia cose né persone. "È la devastazione", aggiunge Domenico Bravo. Una decina di auto sono ammassate nel campo in fondo a via di Cantagallo, tra gli ulivi centenari.

Carla Luzi ha 80 anni e ha passato la notte rincantucciata in soffitta cercando riparo dall’acqua che saliva invadendo le stanze. Acqua, detriti, fango hanno reso inagibile la sua abitazione di via Riva a Bagnolo. A mani nude toglie melma, sul volto la disperazione. Nella casa di fronte la sua, ha perso la vita Alfio Ciolini. Forse un malore, forse è caduto e non è riuscito a salvarsi. A dare l’allarme la figlia che non riusciva a contattare il padre.

Via Riva, via Montalese, via Labriola sembrano zone di guerra. Auto accatastate, tronchi di alberi ovunque, la strada è fango. Cittadini, residenti, anziani e giovani spalano, con i pochi mezzi a disposizione. Non c’è acqua né corrente elettrica. "Abbiamo due figli piccoli di 3 e 5 anni, abbiamo chiesto acqua per bere ma non è venuto nessuno", si sfoga Roberta Poli residente in via Riva. Il torrente Bagnolo ha rotto l’argine ed è entrato come una furia: la porta a vetri rinforzata installata appena due settimane fa è diventata carta zucchero. Un boato e il torrente ha invaso la sala, il bagno, la cucina. I giochi dei bambini accartocciati dalla melma raccontano in un angolo del salotto di quella che, fino a poche ore prima, era la casa di famiglia. Ora è un ammasso di rifiuti da buttare. Per fortuna ci sono gli amici a dare un mano. "I bambini li abbiamo mandati dai miei genitori, qui è tutto distrutto. Abbiamo un’assicurazione ma non sappiamo se copre i danni da calamità naturali", aggiunge Poli.

Oltre 500 auto distrutte, migliaia le utenze senza energia elettrica, famiglie sfollate e famiglie che hanno perso tutto. Più di 2000 i pasti donati dall’azienda Su.Go Supper to go e dall’associazione Stremao ai cittadini alluvionati. Lacrime e disperazione. "La mia macchina è finita in fondo alla strada, l’acqua ha raggiunto il metro di altezza": Fiorenza Vinattieri, 75 anni non si dà pace. Il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai, ha chiesto alla Regione l’invio di decine di pompe idrovore per liberare i locali invasi dall’acqua, escavatori e ruspe per sistemare le strade da fango e detriti, carroattrezzi e generatori per l’elettricità oltre all’utilizzo dell’esercito.

Danni anche al muro di cinta al cimitero di Chiesanuova: alcune bare e lapidi sono finite in strada, numerose le tombe danneggiate. Negli scantinati di Bagnolo, di Maliseti, nella parrocchia di San Giovanni Battista, a Sant’Ippolito l’acqua ha raggiunto due metri di altezza. "In garage avevamo una vita, ora non c’è più niente. E per fortuna stiamo tutti bene", dice Mario Bartolini. Gli occhi vanno velocemente al cielo quando le prime gocce tornano a scendere.

Silvia Bini