Prato, 2 dicembre 2024 - "Penso che i tempi siano maturi per intitolare uno spazio pubblico alle sette vittime del Teresa moda del 1° dicembre 2013”. E’ la proposta che la sindaca Ilaria Bugetti ha lanciato stamani, 2 dicembre, al termine del suo intervento di apertura al convegno ospitato a Prismalab in occasione dell’undicesimo anniversario del tragico rogo alla fabbrica-dormitorio Teresa moda in via Toscana in cui persero la vita sette operai di origine cinese. “Sono passati 11 anni - afferma Bugetti - dunque lo possiamo fare. Ma soprattutto lo vogliamo fare per non smettere mai di ricordare quella tragedia sul lavoro e di combattere quel sistema malato basato su illegalità e complicità. Sarà l’omaggio della città di Prato a questi sette uomini e donne sacrificati sull’altare della moda a basso costo; sarà l’orgoglio di aver avuto la capacità, la forza e la perseveranza di reagire a questa tragedia per dimostrare che il distretto tessile è un’altra cosa, Prato è un’altra cosa”. La giornata di oggi, che ha visto la partecipazione delle autorità civili e militari della città, le categorie economiche e sociali e gli esperti del settore, è stata un momento di riflessione importante sull’efficacia delle politiche e delle azioni attuate dalla Regione dal Comune dal 1° dicembre 2013 per portare legalità e sicurezza nelle aziende a conduzione cinese, e sul percorso che resta da fare per raggiungere pienamente l’obiettivo. Oltre al prefetto Michela La Iacona, al procuratore capo Luca Tescaroli e al vescovo Giovanni Nerbini, era presente il presidente della Regione Eugenio Giani che ha rinnovato l’impegno dell’ente sul fronte dei controlli: “Noi abbiamo un bilancio positivo del progetto Lavoro sicuro che è riuscito a mettere in sinergia tutte le istituzioni. Certo, questo significa costi ma con le sanzioni della prima fase il progetto si è ampiamente ripagato da solo. Una volta creato questo meccanismo di deterrenza si tratta di non farlo venire più fuori, conseguentemente ecco la necessità di un impegno economico che la Regione ha messo, continua a mettere e sosterrà sempre. Questo è un esempio che è servito per creare lo stesso meccanismo anche per altri settori. Il lavoro di squadra tra le istituzioni ci consente di fronteggiare anche le novità del mondo dello sfruttamento del lavoro”. Il dottor Renzo Berti, responsabile regionale del progetto Lavoro sicuro, ha presentato i risultati di dieci anni di controlli a tappeto degli ispettori Asl e della polizia municipale nelle ditte a conduzione cinese delle province di Firenze, Prato e Pistoia. Un maxi piano reso possibile dall’assunzione di 74 ispettori Asl di cui una cinquantina dedicati a Prato. Dal 2 settembre 2014, giorno di inizio del progetto, sono state controllate 19.924 imprese. Il trend di regolarità è cresciuto esponenzialmente passando su Prato dal 20,2% del 2014 al 63,6% del 2024 (area Asl Tc da 32,5% a 63,5%). I dormitori in fabbrica sono pressoché spariti e gli impianti sono sostanzialmente a norma. Lo mostrano gli indicatori di efficacia che sui dormitori abusivi passano dal 9,7% della prima fase al 2,5% dell’attuale, la quinta. Motivo per cui i sequestri sono passati dal 5,4% allo 0,1%. Gli impianti elettrici non a norma nel 2014 avevano un indicatore di irregolarità del 18,1% che scende all’1,1% del 2024. Dunque, il miglioramento c’è ed è netto, ma per stabilizzarlo è necessario proseguire. L’attuale quinta fase si concluderà il 31 dicembre 2025. Tra l’altro il progetto si autofinanzia perché in questi dieci anni gli imprenditori fuori regola hanno pagato sanzioni per quasi 28 milioni di euro. Come ha sottolineato il dottor Berti, l’illegalità è un tavolo con tre gambe: sicurezza sul lavoro, evasione fiscale e sfruttamento della manodopera. L’Asl e il Comune si sono occupati del primo aspetto. Il secondo vede la collaborazione tra il progetto Lavoro sicuro e l’agenzia delle entrate e ha portato a un incremento di dichiarazione di volume d’affari da parte delle ditte controllate. Tra il 2014 e il 2013 l’incremento segnalato dall’erario è stato di oltre il 15% che è diventato +36% nel 2015 rispetto al 2014. Resta da coprire la “gamba” sullo sfruttamento della manodopera su cui ha competenza esclusiva lo Stato e in particolare il ministero del lavoro. La sindaca Bugetti è tornata a ribadire l’importanza che lo Stato faccia la sua parte: “I rischi che la tragedia del 1° dicembre 2013 si ripeta nuovamente sono stati ridotti sensibilmente. L’obiettivo di ottenere più sicurezza nei luoghi di produzione cinese, può dirsi raggiunto. Certo, non abbassiamo la guardia e andiamo avanti perché il sistema è fragile, ma ora abbiamo bisogno che anche lo Stato faccia la sua parte. L’emergenza vera in questo momento non è più la sicurezza nei luoghi di lavoro ma è lo sfruttamento lavorativo e l’evasione contributiva. Anche stavolta il Comune ha fatto la sua parte aprendo uno sportello antisfruttamento che collabora anche con la Procura di Prato ma è un intervento che arriva a valle del fenomeno, a sfruttamento avvenuto. Noi abbiamo bisogno di spezzare la catena a monte, sul nascere e può pensarci solo e soltanto lo Stato. Pertanto rinnovo l’appello lanciato oltre un mese fa al governo affinché assuma un numero importante di ispettori del lavoro da affiancare ai colleghi dell’Asl. Non basta assumerli. Devono essere ancorati a un progetto sul territorio. Un progetto che si ripaga da sé grazie alle sanzioni come è già successo per il progetto Lavoro sicuro. E’ solo così che si combatte l’illegalità e il rischio sfruttamento. Solo così si dimostra senso di responsabilità. Il Comune e la Regione non si sono mai girati dall’altra parte. Ora tocca allo Stato fare altrettanto. Spero che agli annunci seguano i fatti”. Nel suo intervento, il procuratore capo Luca Tescaroli, ha manifestato apprezzamento per le sinergie che sono state attuate sul territorio per combattere l’illegalità economica e ha lanciato una proposta volta a rafforzare gli strumenti che gli enti pubblici hanno al momento a disposizione per combattere lo sfruttamento. Si tratta di estendere agli stranieri la legge sui collaboratori e sui testimoni di giustizia che al momento si applica solo agli italiani. In questo modo le vittime di sfruttamento e in generale chi è coinvolto in questa piaga sociale, avrebbero più tutele nel denunciare. A tal proposito la sindaca Bugetti ha auspicato che venga portata a conclusione la legge regionale sul riconoscimento di incentivi e sgravi alle aziende che assumono le vittime di sfruttamento, a cui aveva iniziato a lavorare quando era consigliera regionale. Il compito ora è passato al consigliere regionale Marco Martini.
CronacaUndici anni fa la tragedia del Teresa Moda, Bugetti: "Intitoliamo uno spazio pubblico"