REDAZIONE PRATO

Valentina Banci e La voce umana. Il capolavoro di Cocteau. E Marilyn

Valentina Banci porta in scena "Star - La voce umana" al teatro La Limonaia di Sesto Fiorentino, un monologo intenso e disperato che esplora la solitudine attraverso la figura di Marilyn Monroe nei suoi ultimi momenti di vita. Un'interpretazione emozionante e riflessiva.

Valentina Banci e La voce umana. Il capolavoro di Cocteau. E Marilyn

Sabato 23 e domenica 24 (ore 20.30) Valentina Banci, la brava attrice pratese sarà protagonista dello spettacolo in scena al teatro La Limonaia di Sesto Fiorentino con "Star – La voce umana", nuovo adattamento della celebre piece di Jean Cocteau per la regia di Dimitri Milopulos. Un banco di prova, un monologo che probabilmente ogni attrice sogna di interpretare almeno una volta nell’arco della carriera. "Si potrebbe dire che questo testo, a modo suo, è un grande classico – dice Banci –. Il fatto poi che ci sia in aggiunta la figura di Marilyn Monroe, con tutto quello che sappiamo o che ancora non sappiamo di quel grande mistero che aleggia sulla sua ultima notte, fa diventare il testo di Cocteau, emblematico di una solitudine, sentimento molto importante da esplorare che ci riguarda tutti. Soprattutto negli ultimi anni". La storia è nota: una lunga telefonata tra un uomo e una donna che è stata appena lasciata. Un monologo disperato, straziante, in cui il pubblico può ascoltare solo le parole della donna distrutta dal dolore, immaginando quindi le altre, pronunciate dall’uomo all’altro capo del telefono. Ma nel nuovo adattamento a cura di Milopulos, quella telefonata viene ricevuta nella camera da letto di un appartamento al 12305 di Fifth Helena Drive, Brentwood a Los Angeles. E’ il 4 agosto del 1962 alle 21. La donna che ascolta, urla, piange e si dispera, altro non è che Marilyn Monroe nei suoi ultimi momenti di vita. Dall’altra parte della linea chi c’è? Forse non lo sapremo mai. Marilyn se n’è andata portandosi dietro i tanti misteri di quella notte. "Questa dimensione di una donna sola ad un telefono, che si stacca dal suo uomo e dal mondo è qualcosa che purtroppo risuona in una maniera molto più ampia. Penso che questo possa dare ancora più slancio, più forza a questo testo perché in qualche maniera ci possa far riflettere su una sorta di allontamento dagli altri che forse tutti stiamo vivendo negli ultimi anni" aggiunge l’attrice, reduce da un trionfale tour con "Fedra" di Seneca per la regia di Elena Sofia Ricci.

Federico Berti