CLAUDIA IOZZELLI
Cronaca

Vallata, il genio delle rammendine. Un documentario racconta la storia

Il filmato "Cucire per tessere solidarietà" a cura del Cdse è dedicato all’attività della Sartoria Auser di Vaiano

La Sartoria Auser

La Sartoria Auser

Le donne della Sartoria di Vaiano hanno tanto raccontare a proposito di lavoro e solidarietà. Domani alle 16, nella Palazzina della cultura, in via Aldo Moro, verrà presentato il documentario "Cucire per tessere solidarietà: la Sartoria di Vaiano – il genio delle rammendine, dalle lotte sindacali ai progetti con Bilbo Family Foundation".

Il progetto è promosso dal Comune di Vaiano e dalla Fondazione Cdse. È stato realizzato con il contributo della Festa della Toscana. Apriranno l’incontro la sindaca Francesca Vivarelli e il vicesindaco Davide Puccianti.

Il documentario, curato da Lisa Ciardi del Cdse che a questa vicenda ha dedicato anche un libro, racconta la nascita della straordinaria esperienza della Sartoria Auser di Vaiano attraverso la narrazione storica e diverse interviste femminili, raccolte negli ultimi dieci anni e conservate nell’archivio Cdse.

Le protagoniste sono donne lavoratrici della Valbisenzio: dalle rammendine a domicilio del dopoguerra che ancora si dividono tra vita mezzadrile e prime esperienze di fabbrica, per passare poi, dopo lotte sindacali, al particolare esperimento del centro rammendo di Vaiano alla fine degli anni Sessanta. Molte di queste donne, le troviamo poi, ormai pensionate, alla fine degli anni Ottanta alla nascita della Sartoria, intorno alla figura dell’ideatrice Lice Mengoni (La Licia), pronte a spendere le loro competenze tessili per i meno fortunati con progetti sociali e di beneficienza per la comunità e su progetti internazionali, come quello in Uganda della Bilbo Family Foundation Italy, anche con l’aiuto dell’indimenticata dirigente sindacale Anna Fondi.

All’inizio Lice Mengoni, l’animatrice, mette a disposizione il suo garage e vengono richiamate tutte le donne del Centro Rammendo, poi il Comune mette a disposizione una stanza in via Mazzini con cucina; nel 1991 la Sartoria si affilia all’Auser.