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Veg Couture Italia: il primo brand di moda vegan e sostenibile firmato Nonplussed

Pamela Burani lancia Nonplussed, il brand di moda vegan e sostenibile, con materiali certificati e filiera corta.

Pamela Burani lancia Nonplussed, il brand di moda vegan e sostenibile, con materiali certificati e filiera corta.

Pamela Burani lancia Nonplussed, il brand di moda vegan e sostenibile, con materiali certificati e filiera corta.

Lo spirito green e sostenibile lo si respira da quando si varca la soglia dello store inaugurato di fresco in via Stefano Vai, di Nonplussed, il primo Veg Couture Italia. Pamela Burani, non ancora quarantenne, socia insieme alla madre e alla sorella Nadia di Cpn Textile company, associata Cna Toscana Centro, ha saputo potenziare l’identità della confezione fondata dai genitori Adamo e Caterina negli anni Settanta: una confezione con fornitori a chilometro zero, tutti nel distretto, con un dna fatto di sostenibilità e qualità non da pronto moda o da grande magazzino, ma che è in grado di realizzare capi unici con le caratteristiche del Made in Italy.

La declassata e pochi chilometri dividono la produzione di Pamela Burani e della sua famiglia dal Macrolotto 2, dove regnano incontrastate le decine e decine di pronto moda cinesi. La Cpn Textile company mantiene bene il suo ruolo sul mercato italiano ed europeo grazie ai prodotti di pregio e alla nuova strada aperta con la moda sostenibile pensata e creata da Burani, che ha frequentato l’istituto d’arte Brunelleschi per poi perfezionarsi al Polimoda di Firenze.

"La passione per questo mestiere l’ho mutuata dai miei genitori – racconta Pamela – fin da piccola ho respirato quest’aria. Ho scelto questo lavoro e lo faccio con entusiasmo dal 2006. Questo mestiere si impara molto sul campo: una volta in azienda ho iniziato a seguire i clienti, soprattutto quelli stranieri, dal punto di vista stilistico". Per Burani la formazione dei giovani è indispensabile "e fondamentale, soprattutto per un distretto come il nostro con vocazione tessile".

Le radici del suo progetto di Veg Couture Italia affondano nella tradizione di famiglia. "La nostra produzione è sempre stata a Prato e in Toscana, tra Prato ed Empoli. Non abbiamo ceduto alla delocalizzazione delle varie fasi di confezionamento – spiega – fin dalla nascita del marchio ’Caterina’ alla fine degli anni Settanta con abiti prevalentemente da donna, poi anche uomo, e quando ancora non ci si confrontava con la grande distribuzione che ci ha insegnato a trovare capi a poche decine di euro". Un marchio, "Caterina", che ha avuto una bella evoluzione nel corso degli anni arrivando a produrre per clienti stranieri nel Nord Europa, in Francia, in Olanda, nei Paesi Scandinavi e ovviamente in Italia.

Poi c’è stato il periodo del covid. "In quel momento ci siamo avvicinati ancora di più alla sostenibilità puntando a realizzare una nostra collezione con materiali certificati in tutti i passaggi della filiera – racconta Burani – E così è nato il progetto Nonplussed, il brand della nostra moda sostenibile. Nonplussed è tutto ciò che è talmente forte da non poter essere descritto a parole, da far rimanere senza parole. E noi abbiamo provato a renderlo comprensibile con le forme, con i colori, dando vita ad abiti senza tempo".

Appunto, senza tempo tanto che Pamela Burani non parla di collezioni stagionali, ma di capitoli, chapter 1 e 2. E oggi è in uscita il capitolo 3 di abbigliamento da donna ecosostenibile e vegan, che Burani ha realizzato supportata dal suo team. "Ciò significa che i capi possono essere usati anche in stagioni differenti – prosegue –. Crediamo che niente sia da buttare. Per questo utilizziamo anche materiali riciclati per confezionare destinati a non passare mai di moda. Ho pensato ad una donna contemporanea, cittadina del mondo, libera dagli schemi e pronta a vivere nel qui e ora. Infatti, ogni singolo vestito viene pensato, disegnato e prodotto come un capo senza tempo o stagione ma con linee femminili. Così non indichiamo l’anno della collezione".

Il primo brand di moda vegan come si realizza? "Nonplussed è moda vegan e cruelty free perché non impiega materiali che abbiano alla base la violenza sugli animali, esclude a priori componenti di origine animale e utilizza prevalentemente cotoni, cotoni organici, lino, lino organico, viscose certificate FSC e fibre riciclate, assicurandosi di ottenere la migliore impronta ecologica. Quindi niente lana", specifica Burani, che ha sviluppato il progetto grazie anche alla collaborazione con i clienti, continuando a usufruire di una filiera corta e creando una buona ricaduta sull’economia del distretto.

I prodotti usati per il brand Nonplussed sono tutti certificati: cotone e lino organico sono certificati Global Organic Textile Standard da Icea, il poliestere riciclato è certificato da GRS (Global Recycled Standar) e la fodera in viscosa da FSC Forest Stewardship Council. Anche i bottoni sono rivestiti in tessuto o realizzati in carta riciclata. Come gli stessi cartellini dei vesti all’interno dei quali sono inseriti dei tag realizzati con la carta riciclata dai quotidiani locali (l’impasto della carta è preparato direttamente in azienda) in cui vengono inseriti semi che poi le clienti possono piantare in giardino.

"Non è semplice fare una collezione elegante e femminile con i materiali vegani e sostenibili perché richiedono stili e forme più smart, ma noi ci proviamo", aggiunge Burani che lavora insieme alla sorella, alla mamma Caterina e a due dipendenti. "Il lavoro oggi non è semplice, sia per il contesto internazionale dei crisi sia perché per esempio non è facile trovare lavoratori che sappiano cucire secondo i criteri di qualità – spiega – Noi offriamo qualità che però non viene capita da tutti coloro che arrivano nel distretto: magari passano di qui per i preventivi, poi vanno a Iolo e trovano merci a minor prezzo ma di qualità inferiore. E scatta una concorrenza che tanto leale non è. Ciò significa che spesso il cliente ad una ditta certificata, e certificare i prodotti è molto oneroso per aziende piccole, preferisce merci a costi più bassi. A noi piace una qualità che attesti con orgoglio il nostro saper fare nel rispetto delle regole".