La visione contemporanea di viale della Repubblica si arricchisce di un nuovo e avveniristico tassello. Esattamente davanti al Museo Pecci firmato da Maurice Nio, il designer e architetto originario della Calabria, Alfonso Femia, porta la sua idea di contemporaneità a Prato. Città che conosce in particolare per alcuni studi e seminari effettuati sull’area dell’ex Banci.
"L’edificio che abbiamo ristrutturato in viale della Repubblica ha un importante ruolo urbano, è in relazione con gli spazi intorno - spiega Femia -. l’immobile affaccia su uno degli assi di ingresso della città, è di fronte al Museo Pecci, per questo nella riqualificazione abbiamo voluto dare segnale dal punto di vista qualitativo. Volevamo inoltre che l’edificio dialogasse con il contesto". La ristrutturazione, arrivata praticamente a termine, riqualifica un immobile da tempo dismesso che è stato acquistato e rimesso a nuovo dalla Nigro Costruzioni. Sulla facciata ceramiche diamantate tridimensionali reagiscono alla luce, consegnando un gioco estetico che riqualifica indiscutibilmente l’ultimo tratto di viale della Repubblica. Oltre 2500 metri quadrati che saranno destinati a fondi commerciali, (a breve è attesa l’apertura della pizzeria Tiratissima molto conosciuta a Firenze), uffici mentre l’ultimo piano è residenziale con due attici da 300 metri quadrati l’uno. Sulla copertura infine trovano spazio due piscine private, il tutto avvolto dal verde come barriera di privacy e in continuità con i pini che ombreggiano la zona.
"Abbiamo scelto di rivestire l’immobile con ceramiche diamantate per rispettare quella che era l’estetica del palazzo e dei palazzi del quartiere, ma anche perché si tratta di un materiale innovativo che dura nel tempo, elemento molto importante per la cura della città - aggiunge l’architetto -. Visto che è una zona che può essere vissuta da più prospettive: dal museo, a piedi grazie ai grandi marciapiedi, in auto perché l’immobile affaccia su un asse di scorrimento importante, era importante trovare una soluzione per la facciata che non fosse solo frontale ma capace di reagire alla luce per creare movimento. Nigro ha compreso la visione del progetto, in cui anche la parte commerciale diventa spazio urbano da vivere mentre il tetto a verde con alberature nella terrazza abitabile non solo ombreggiano, ma sono in continuità con il verde della zona. Ogni frammento di architettura racconta una storia ed è a disposizione del contesto. L’architettura deve prendersi cura dello spazio".
L’obiettivo era quello di creare un immobile di pregio, all’ingresso della città, in continuità con l’ambiente circostante dove non solo il Museo Pecci racconta la visione contemporanea di Prato, ma adesso anche il nuovo edificio firmato dal designer Alfonso Femia.
Silvia Bini