REDAZIONE PRATO

Villa del Palco, il giardino diventa un parco aperto alla città

Il progetto finanziato con i fondi del Pnrr

Villa del Palco

Prato, 31 maggio 2023 – Inizia a prendere forma il progetto che trasformerà il giardino storico di Villa del Palco in un grande parco aperto a tutta la città. Entro il 2024 l’antico complesso, con il suo vasto podere alle pendici della Calvana, diventerà “una grande infrastruttura verde e blu – spiega il coordinatore del progetto Vincenzo Pitone – con frutteti, un orto bioattivo, un vivaio, un biolago e molte aree attrezzate per la socialità”. Cura, accoglienza e valorizzazione della biodiversità sono le parole d’ordine del piano di trasformazione di questa ampia area, di oltre due ettari, che sarà finanziato con due milioni di euro grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

Il crono programma dei lavori è iniziato con la realizzazione di un vialetto che collegherà la pista ciclabile lungo il fiume Bisenzio al nuovo parco e il restauro dei muri a secco che «cinturano» e abbracciano la collinetta dove si trova Villa del Palco. Questi interventi, propedeutici alla realizzazione degli elementi «verdi e blu» del progetto, sono stati affidati all’impresa Lo Conte Edile Costruzioni. «Ci fa molto piacere poter partecipare a un restauro così importante per il bene della città – afferma Manuele Lo Conte –: siamo partiti con la cantierizzazione e ci occuperemo dei muri a secco, così caratteristici di questa zona. Saranno consolidati e ristrutturati utilizzando gli stessi materiali originali».

L’obiettivo del progetto. «La nostra volontà – spiega padre Matteo Pedrini della fraternità di Villa San Leonardo al Palco – è quella di dar vita a un parco aperto a tutti coloro che hanno spirito di ricerca e vogliono qualcosa di più dalla vita che non sia una quotidianità, magari bellissima, ma che non mette in collegamento con un sogno e con il bisogno di qualcosa che ci trascende». Il religioso appartiene alla comunità dei Ricostruttori nella Preghiera alla quale la Diocesi di Prato, proprietaria della Villa, ha affidato la cura e la gestione di questi storici ambienti, conosciuti da generazioni di pratesi come la casa dei ritiri spirituali. «Vorremmo che il Palco diventasse un luogo spirituale immerso nella natura, dove potersi prendere cura del verde affinché il verde possa prendersi cura di noi», aggiunge padre Matteo.

L’iniziativa prende spunto dalla enciclica Laudato si’ di papa Francesco e dai principi dell’ecologia integrale, secondo i quali l’uomo e il mondo non vanno considerati in modo separato, ma come un insieme. Alla definizione del progetto hanno collaborato l’ex deputata Grazia Francescato e il paesaggista Andrea Mati, esperto nella realizzazione di «giardini terapeutici».

Alcuni numeri. Il grande parco copre due ettari di territorio, posti tra il fiume Bisenzio e un’ampia collinetta alle pendici del monte della Retaia. Sono previsti 8000 metri quadri di oliveta, un orto bioattivo da 350 metri quadri per la coltivazione di ortaggi, il recupero di una grande vasca d’acqua di 500 metri quadri che diventerà un biolago (uno specchio d’acqua per la fitodepurazione, perfettamente integrato con l’ecosistema circostante), una zona giardino all’italiana con 5000 piante medicinali, un grande giardino fiorito con 2500 bulbose e piante da fiore, un pomario con varietà fruttifere antiche di 30 piante diffuse all’interno del parco, un nuovo vialetto d’ingresso ciclopedonale di 600 metri, oltre 2300 metri quadri di muri a secco restaurati.

Un po’ di storia. Villa del Palco con il suo vasto podere fu acquistata alla fine del Trecento dal celebre mercante pratese Francesco di Marco Datini che fece profonde trasformazioni. Nei primi decenni del Quattrocento divenne convento Francescano, poi a lungo frequentato da San Leonardo da Porto Maurizio (a lui si deve la diffusione anche a Prato della pratica della Via Crucis). Nel 1787 il vescovo Scipione de’ Ricci soppresse il convento e il Palco passò di mano a diverse famiglie: i Desii, i Godi e infine i Forti nel 1924. Nel 1944 Villa del Palco fu a rischio perché il comando tedesco aveva deciso di far saltare tutto, ma per fortuna ciò non avvenne. Nel primo dopoguerra divenne rifugio per sfollati. Nel 1955 la struttura fu venduta alla diocesi di Prato. Dopo un attento restauro a cura dell’architetto Silvestro Bardazzi, divenne sede dell’Opera diocesana dei ritiri. La gestione fu affidata alle Spigolatrici e la Villa fu a lungo utilizzata per convegni e incontri formativi. Vocazione che continua ancora oggi.