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Una visita oculistica (foto d'archivio)
Prato, 10 febbraio 2025 – Odissea per una visita oculistica. Sono serviti due mesi di tempo e 100 chilometri di viaggio per poter eseguire una tomografia ottica computerizzata nei tempi previsti dalla richiesta del medico e soprattutto prima che la ricetta elettronica - con valenza 180 giorni -, scadesse. “A settembre il medico mi ha prescritto una Oct, con priorità di erogazione D, da eseguire entro 60 giorni per gli accertamenti diagnostici - spiega Alessandro Balzani, sanitario in pensione - . Dopo numerose ricerche sul Cup on line della Regione, e dopo essermi rivolto al servizio Cup della farmacia, non ho trovato alcune disponibilità. Consultando numerose volte il cup on line sono riuscito poi a trovare la possibilità di effettuare l’esame a Greve in Chianti distante tra andata e ritorno oltre 100 chilometri”. Non proprio una soluzione facilitata. Situazione che si aggrava ulteriormente nel caso di anziani che magari non hanno familiari che li possono accompagnare.
“Nonostante la proposta di andare a Greve in Chianti ho prenotato per non perdere l’opportunità, nonostante il sistema debba garantire il servizio nell’area del paziente e dovrebbe anche garantire i tempi di erogazione previsti nella richiesta. Inoltre ho accettato, perché da poche settimane le ricette de materializzate sono valide solo 180 giorni e di conseguenza è necessario prendere appuntamento nel periodo di validità della richiesta medica”. Ma non è finita perché se riuscire ad ottenere un appuntamento per l’accertamento diagnostico è stata un’odissea, ritirare il referto non è stato da meno. “Nell’effettuare l’accettazione per poter effettuare l’indagine, chiedo alla persona addetta all’accettazione, se la stessa struttura può inserire il referto della risposta sul fascicolo sanitario - aggiunge - Mi è stato risposto che non è possibile e che il referto può essere ritirato al più vicino centro Pas dell’Area fiorentina, ovvero a Firenze Isolotto o è possibile farselo mandare per posta cartacea, con spese postali a carico del paziente. Ho scelto l’opzione di ricevere il referto al domicilio, per evitare di accollarsi altri chilometri. La scelta mi è costata, ho dovuto pagare 4,27 euro per le spese di spedizione e avere il referto direttamente al proprio domicilio”. Un’odissea come purtroppo capita a tanti cittadini, costretti a fare i conti con la sanità e un sistema in affanno. Ci sono liste di attesa che la Regione ha tentato di smaltire appoggiandosi a strutture private: una soluzione che, come nel caso denunciato dall’ex sanitario, comporta diversi problemi proprio perché le strutture private hanno limiti rispetto a quelle pubbliche. A cominciare dalla possibilità di inserire le risposte degli esami all’interno dei fascicoli sanitari dei singoli pazienti. “Il cittadino doveva rivolgersi all’Urp (055 545454) per la presa in carico della richiesta o inviare la mail sempre all’urp [email protected] - precisa la Asl -. Questo il percorso attivato dall’Asl per l’accesso ai servizi ed in particolare per la presa in carico quando il cittadino trova difficoltà”.