Prato, 24 gennaio 2024 – Un settantenne si è trovato suo malgrado protagonista di un’odissea sanitaria, che come in molti casi è finita con una costosa visita a pagamento per sapere come gestire una brutta frattura della prima vertebra. A segnalare l’increscioso episodio è la figlia, che ha accompagnato il padre in questa esperienza negativa nella sanità pubblica.
La storia. La frattura della prima vertebra viene rilevata al pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano a seguito di un incidente avvenuto il 30 novembre scorso. L’uomo allora è preso in carico dall’Obi (osservazione breve intensiva) e viene attivato un consulto con Careggi, in quanto, come si sa, il Santo Stefano non ha una sua neurochirurgia. Il paziente viene sottoposto ad una serie di esami. Al momento della dimissione dall’Obi, al collo viene messo il collare cervicale tipo ’Philadelphia’ per sostenere il capo e offrire un’immobilizzazione temporanea e continua, e allo stesso tempo i sanitari prescrivono una Tac e una visita ortopedica da fare dopo un mese e mezzo, come da teleconsulto con Careggi (in pronto soccorso
«Trascorso il tempo indicato – racconta la figlia – ci siamo recati dall’ortopedico dell’ospedale pratese. Una volta che ci siamo trovati nell’ambulatorio, il professionista ci ha detto che il pronto soccorso ha sbagliato a indirizzarci a lui in quanto il problema che affligge mio padre è di natura neurologica e non ortopedica". Non solo, la preoccupazione dell’uomo e dei suoi familiari aumenta quando il medico afferma che si potrebbero evidenziare problemi ben più gravi come la paralisi funzionale degli arti per un’eventuale compressione del midollo spinale o addirittura altre disfunzioni a carattere neurologico.
«A questo punto il dottore ci indirizza a Careggi con una richiesta per una visita neurochirurgica – prosegue nel racconto la figlia – Con questa documentazione mi presento a Careggi e mi trovo di fronte ad un altro stop: l’operatore mi dice che anche questa richiesta è sbagliata e che, comunque, per una visita non ci sarebbe posto prima di agosto 2024...".
Problemi continui legati a liste di attesa, disguidi e scarsa comunicazione che alla fine hanno fatto desistere il cittadino che, per tutelare la sua salute, è stato costretto a rivolgersi ad uno studio privato per una visita, costata quasi 200 euro.
Sa.Be.