REDAZIONE PRATO

Voce al dialetto. Pacinotti esplora proverbi e detti

Viaggio nella toscanità in oltre 900 espressioni. Il libro sarà presentato domani in Provincia. .

Voce al dialetto. Pacinotti esplora proverbi e detti

Una passeggiata dentro la tradizione toscana, quella tramandata fra le mura di casa attraverso detti e proverbi. Sergio Pacinotti, studi classici al Cicognini e laurea in fisica all’università di Firenze, ora pensionato, con il suo libro "La gatta di Masino. Vocaboli, modi di dire e proverbi toscani" (Società editrice fiorentina) ci porta attraverso i sentieri della memoria tra parole e frasi della saggezza popolare. La presentazione al pubblico, alla presenza di autore e editore in conversazione con Antonella Meoni, rettrice della Libera università di promozione culturale, domani alle 16 nella sala del gonfalone della provincia di Prato in via Ricasoli. Nel libro c’è tutto il buon sapore dell’ironia, "un bagaglio espressivo della propria famiglia collegandosi poi alle proprie conoscenze storiche e letterarie" precisa Pacinotti nell’introduzione. Più di novecento vocaboli, detti e proverbi ordinati per temi che compongono un vocabolario originale da aprire e leggere anche senza seguire l’ordine numerico delle pagine, ma piuttosto la propria curiosità e il proprio gusto. "Dalla ricerca che ho condotto – spiega Pacinotti – è emerso come tantissime parole all’apparenza soltanto dialettali toscane siano, invece, vocaboli della lingua italiana, seppure arcaici o poco usati". Tra memoria popolare e dotte citazioni, scopriamo che, ad esempio, "abborracciare", la prima forma verbale con la quale si apre il libro, ovvero il "tirare via" si rintraccia nel canto XXV della Divina Commedia. E quel "farfallone" di diffuso uso toscano per indicare un uomo vanesio e rubacuori? Arriva dritto dritto da Mozart nelle "Nozze di Figaro".

In un mondo che semplifica il linguaggio e utilizza sempre più parole di origine anglosassone, la ricostruzione attenta e scrupolosa dell’autore ci ricorda che sono preziosi anche quei vocaboli in uso in famiglia e tramandati di bocca in bocca. Osserva Pacinotti, "per non impoverirci e conservare i caratteri culturali della popolazione". Tutti, poi, nella vita abbiamo incontrato chi fa la gatta di Masino che stava ad occhi chiusi per non far la fatica di prendere i topi, insomma, chi finge di non vedere, per non darsi daffare. Certo, prima di "far più danni che Carlo in Francia"….. Leggete, vi divertirete imparando.

Marilena Chiti