Ward-Perkins, il monument man. Lo sterminato archivio fotografico e i capolavori salvati dai nazisti

Archeologo inglese, fu determinante nel recupero dei dipinti trafugati. Compresi quelli sottratti alla Villa di Poggio nell’agosto 1944.

Ward-Perkins, il monument man. Lo sterminato archivio fotografico e i capolavori salvati  dai nazisti

John Bryan Ward-Perkins, storico dell’arte e archeologo inglese, uno dei Monuments Men in Italia

PRATO

John Bryan Ward-Perkins, storico dell’arte e archeologo inglese, uno dei Monuments Men in Italia. La sua è un’altra storia da raccontare. Laureato a Oxford e docente di archeologia all’Università Reale di Malta, all’inizio della seconda guerra mondiale si arruolò nell’artiglieria reale britannica e fu inviato in Nord Africa per proteggere gli antichi siti romani nella regione della Tripolitania in Libia. Ebbe poi un ruolo decisivo per la salvaguardia e il recupero del patrimonio artistico italiano e toscano in particolare. Nel marzo 1944 fu nominato vicedirettore della Mfaa (Monuments, Fine Arts and Archives) in Italia, lavorando a stretto contatto con l’aeronautica alleata per proteggere dai bombardamenti i monumenti storici e le opere d’arte. Appassionato fotografo, raccolse migliaia e migliaia di immagini, documentò lo stato dei dipinti che erano stati messi in sicurezza all’interno delle ville toscane, come quella di Poppiano. Potrebbe essere suo l’incredibile scatto che ritrae la Visitazione di Pontormo danneggiata dai bombardamenti. Di certo, se oggi abbiamo questa foto è perché faceva parte del suo sterminato archivio, che dopo la sua morte, la famiglia donò alla British School di Roma: una collezione di oltre 50.000 stampe e negativi, un patrimonio di memoria di enorme valore.

Ward-Perkins è stato anche tra i protagonisti di una delle più importanti missioni dei Monuments Men in Italia. Fu determinante il suo contributo nella scoperta dei nascondigli in Alto Adige dove nell’estate del ’44 i nazisti avevano stipato le opere d’arte degli Uffizi, di Palazzo Pitti e del Museo del Bargello trafugate dai luoghi in cui erano state messe al riparo durante la guerra. Tra queste c’era anche la Villa medicea di Poggio a Caiano, da dove i tedeschi a fine agosto avevano portato via tra gli altri il David, il San Giorgio e il Marzocco di Donatello, e il Bacco di Michelangelo: i primi tre autocarri con le opere d’arte partirono da Poggio il 23 agosto, altri tre il 26, in tutto 58 casse contenti i capolavori del Museo del Bargello. Fu lui insieme a Frederick Hartt ad arrivare a Campo Tures in Val Pusteria, dove erano state raccolte le sculture rubate, e a San Leonardo in Passeria, dove si trovavano i dipinti. Il suo ultimo compito come monument man fu l’interrogatorio dei funzionari del Kunstschutz, l’unità nazista di "protezione dell’arte". Fu sempre lui insieme a Deane Keller a condurre il serrato interrogatorio del colonnello Alexander Langsdorff, che aveva dato l’ordine dei saccheggi.

Dopo la guerra, Ward-Perkins ha lavorato come visiting professor in numerose istituzioni, tra cui l’università di Edimburgo e la New York University. Soprattutto, ha diretto per quasi trent’anni – dal 1946 al 1974 – la British School di Roma, che oggi conserva il suo prezioso archivio, donato dopo la sua morte nel 1981 e successivamente digitalizzato grazie al contributo di The Getty Foundation.

Anna Beltrame