
Yuri Tuci al centro con a destra il titolare dell’Eden Eros Ossani e due amici. Al cinema di via Cairoli la programmazione de La vita da grandi continua
Prato, 10 aprile 2025 – Pubblico delle grandi occasioni al Cinema Eden pieno martedì sera per incontrare Yuri Tuci, l’attore pratese protagonista de La Vita da grandi di Greta Scarano, ispirato dal libro Mia sorella mi rompe le balle dei fratelli Margherita e Damiano Tergon.
A Yuri Tuci all’età di 18 anni è stato diagnosticato l’autismo, ma dentro di lui c’era il talento che col tempo si è rivelato. Il film è uscito nelle sale il 2 aprile, giornata internazionale della consapevolezza sull’autismo e alla serata all’Eden, promossa dal titolare Eros Ossani, hanno partecipato diverse associazioni che si occupano di autismo e altre disabilità con i ragazzi e i volontari. Vedere recitare Yuri è incoraggiante, divertente e fa riflettere.
Racconti Yuri e Prato.
“Sono nato nel 1984, ho frequentato le medie Don Bosco e poi l’istituto professionale Datini sino al terzo anno per l’indirizzo di grafica, ma fin dalle elementari ho avuto la passione di recitare. Poi ho seguito il percorso dell’inserimento socio-terapeutico e da tanti anni sono aiuto-bidello al liceo Cicognini in via Baldanzi. E’ la mia occupazione, anche se non si può definire un vero e proprio lavoro, ma non lo lascerò: ho i miei turni che alterno con i permessi per il cinema”.
Nel 2018 lo spettacolo teatrale Out is me: il suo trampolino di lancio?
“Dopo la scoperta dell’autismo non avevo grandi ambizioni, a dir la verità ho passato momenti molto difficili. Il teatro però infonde coraggio perché deve essere buona la prima. Andare sul palco richiede coraggio da leoni e spavalderia. Il cinema è più facile perché puoi riprovare le scene fino a quella giusta. Teatro e cinema hanno in comune il pathos, la capacità di emozionare, di coinvolgere totalmente e la recitazione col tempo aiuta a far emergere le buone qualità. Internet oggi facilita la reciproca conoscenza: la regista Greta Scarano ha visto il trailer del mio spettacolo sul web perché cercava un attore adatto al ruolo del fratello autistico ed ero forse la persona ideale. Ho fatto i provini e sono stato scelto. Tutto questo è arrivato a 40 anni, ma ogni cosa ha il suo tempo”.
Questo film può essere d’aiuto per rafforzare l’autostima nelle persone?
“Ancora c’è parecchio da fare nella nostra società per l’inclusione ma questo film toglie il pietismo, è un volano, una spinta a muovere le acque. E’ un messaggio positivo. Non bisogna mai smettere di rincorrere i sogni, occorre fare leva sulle proprie capacità, giocare a carte scoperte, mostrarsi senza veli e prima o poi il talento emergerà. Sono orgoglioso di aver lavorato con questo cast”.
I genitori cosa dicono?
“La mamma Maria Luigia e il babbo Stefano sono al settimo cielo. Sono orgogliosi”.
Al cinema per lei anche gli ex alunni del liceo Cicognini…
“Tanti li ho visti crescere e laurearsi e mi fa piacere che si ricordano sempre dell’aiuto-bidello. Vengono a trovarmi anche a scuola”.
Consiglia di frequentare i laboratori teatrali?
“Sicuramente. Non solo fanno venire fuori i talenti ma sono anche una valvola di sfogo per il carattere, aprono a tanti temi di cui si parla poco, dalla sessualità ai rapporti di amicizia e possono contribuire a rendere migliore la società, perché ne abbiamo bisogno”.
Il futuro di Yuri?
“Io sono qui, ormai sanno dove trovarmi. Mi auguro in qualcosa di nuovo”.