Prato, 10 gennaio 2017 - Nove euro per azione. E' questa la cifra, poco al di sotto del 15% del quale si parlava da qualche giorno, che il nuovo management della Banca Popolare di Vicenza offre agli azionisti: a Prato i soci cono circa 5mila. Una presenza molto radicata vista la discendenza dalla Cassa di risparmio e depositi di Prato, poi CariPrato, passata dalle mani pratesi a quelle senesi e infine a quelle venete, quelle del gigantismo e dei sogni di gloria celebrati da Zonin e finiti per naufragare.
L'offerta agli azionisti (soprattutto ai medi e piccoli, 94mila su 114mial totali) da una parte è un po' un mea culpa per la recente cooptazione di migliaia di piccoli risparmiatori invitati (e a volte pressati) ad acquistare azioni della Banca a prezzi esorbitanti: 62 euro per titoli non quotati sul mercato, quindi di fatto invendibili, e in un istituto di credito dove i conti non andavano bene. Ma di questo ne risponderanno Zonin e compagnia.
Dall'altra parte l'offerta è un paracadute per evitare migliaia di cause in tribunale: infatti accettare l'offerta significa anche rinunciare a ogni pretesa in merito. E comunque non si tratta di un riacquisto: le azioni resteranno in mano ai loro proprietari, hai visto mai che nel corso degli anni riprendano un po' di quota. Magari non torneranno ai livelli del 2014, ma insomma restano un valore. L'offerta sarà spiegata ai soci con una lettera inviata a casa.
ECCO LA LETTERA INVIATA AGLI AZIONISTI (CLICCA QUI)
Insomma, la Popolare di Vicenza del nuovo corso firmato Fabrizio Viola vuole ripartire e per farlo ha bisogno di farsi perdonare dalla sua clientela e di evitare parecchie cause. Quindi agli azionisti offre 9 euro per azione (per fare un esempio, chi ne aveva acquistate per 11mila euro riceverebbe circa 1.700 euro) in cambio della rinuncia a fare causa. Per arrotondare la cifra, poi, viene offerto anche un pacchetto di servizi agevolati per la clientela. In particolare si tratta di interessi particolarmente attraenti per i depositi vincolati (3% lordo annuo per tre anni oppure 5% lordo annuo per dieci anni), del conto corrente a canone zero (36 euro di risparmio annuo) e di agevolazioni sul mutuo per la casa (azzeramento delle spese di istruttoria, per esempio un risparmio di 2.200 euro su un mutuo di 125mila euro a 25 anni).
L'offerta parte oggi, 10 gennaio, entro il 15 marzo si potrà aderire con firma entro il 22 marzo, a quel punto da aprile la Banca pagherà entro pochi giorni. La Bpv ha anche indicato una condizione vincolante: per avere successo l'offerta deve riscuotrere almeno l'80% di adesioni ma è una condizione rinunciabile da parte della banca.
L'offerta, inoltre, si rivolge a chi ha acquistato le azioni nel periodo 1° gennaio 2007-31 dicembre 2016.
Adesso tocca ai direttori delle filiali e ai consulenti spiegare nel dettaglio ai clienti soci la possibilità di aderire e raccogliere le manifestazioni di interesse.
IL COMMENTO DI BIFFONI - “Da mesi chiedevamo un segnale concreto verso i risparmiatori che hanno perso i loro soldi e oggi i vertici di Banca Popolare di Vicenza, proponendo un ristoro di 9 euro per azione acquistata, va in questa direzione. Anche se, soprattutto per i piccoli soci, sarebbe stato giusto un ristoro totale, lo vogliamo leggere come un primo segnale concreto di inversione di tendenza rispetto alla gestione precedente. Lo prendiamo come tale e rivendichiamo con forza di averlo chiesto con insistenza, anche insieme agli altri sindaci con i quali continueremo a rappresentare le istanze del territorio e dei cittadini che hanno perso i loro risparmi. La proposta avanzata da BPVi è un punto di partenza e continuiamo a chiedere che la banca faccia il massimo possibile mostrando particolare attenzione verso le fasce più deboli dei risparmiatori che hanno investito i loro soldi in buona fede”.
“Voglio ribadire anche un'altra richiesta, più volte espressa anche in passato – ha aggiunto Biffoni. – Noi riteniamo fondamentale che ogni euro che sarà recuperato grazie all’azione di responsabilità nei confronti degli ex vertici della banca sia restituito ai soci, sempre tenendo in primo piano le fasce dei risparmiatori più deboli”.
LE REAZIONI - E se la Fondazione Cassa di Risparmio dice che "il 15% è poco ma abbiamo bisogno di soldi", Confconsumatori si mostra fredda all'offerta ed è intenzionata a portare avanti le cause. Peraltro va sottolineato come dalle clausole di esclusione dell'offerta della banca ci sia proprio quella di avere contenziosi in atto, quindi chi è già in causa sembra destinato a essere escluso dalla platea degli interessati.