SARA BESSI
Economia

Crisi della moda: “La ripartenza di lunedì senza segni di ripresa. ‘Cassa’ in aumento”

Situazione difficile a Prato. Vignolini (Confartigianato): “Stiamo elaborando proposte da portare a Roma”. Meneghetti (Cgil): “La richiesta di ammortizzatori sociali non si ferma”

Il tessile affronta una crisi che adesso preoccupa. L'autunno potrebbe essere molto difficile

Il tessile affronta una crisi che adesso preoccupa. L'autunno potrebbe essere molto difficile

Prato, 29 agosto 2024 – Il conto alla rovescia è già scattato. Lunedì 2 settembre è alle porte e la preoccupazione per lo stato di salute del tessile sale in maniera esponenziale, proporzionalmente alla richiesta di cassa integrazione da parte delle aziende (più avanti se ne vedrà l’utilizzo effettivo). Una richiesta avviata con il botto prima delle ferie, a luglio, e proseguita anche in questo scorcio agostano.

Il Tavolo della moda del 6 agosto scorso a Roma al Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) ha acceso i riflettori sulla crisi che morde da troppo tempo e ha aperto un dialogo, anche se con qualche riserva, con i rappresentanti delle categorie economiche e con le Regioni. Il 18 settembre l’assessora regionale Alessandra Nardini sarà a Roma, convocata dal capo di gabinetto del Ministero del Lavoro, per un focus sulle questioni stringenti della Toscana, mentre la regione Marche è stata convocata per il 10 settembre dal Mimit.

Un primo segnale, secondo Moreno Vignolini, presidente nazionale Federazione Moda di Confartigianato, in attesa del turno toscano “che l’istanza di focalizzare le urgenze distretto per distretto siano state recepite dal Governo”.

Ma nonostante ciò, Vignolini sottolinea che “ci si avvia con tanta preoccupazione al 2 settembre. Non ci sono segnali di ripresa e non c’è niente di nuovo rispetto all’allarme lanciato il 6 agosto. I dati sulla cassa integrazione sono pesanti sia in Toscana che nelle Marche. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha fatto richiesta alle Regioni dei dati relativi agli ammortizzatori sociali con un focus anche sull’area pratese. Ciò significa che c’è la volontà di spostare l’attezione dai dati macro ai quelli più specifici dei distretti”.

Confartigianato nazionale intanto sta preparando “linee e proposte realmente fattibili da mettere sul tavolo del Ministero a settembre – prosegue Vignolini – Come per esempio è necessario essere più precisi quando si parla della sospensione degli F24 o della moratoria sui mutui: il tutto va inserito nel contesto particolare del distretto. In sostanza stiamo affinando il tiro sulle richieste supportati da numeri certi”.

Vignolini punta il dito su un fenomeno emergente riguardo al crollo della moda: “L’overturism che notiamo ovunque ci fa capire che le famiglie hanno deciso di spendere i soldi a disposizione in vacanza ed esperienze piuttosto che in abbigliamento”.

La ripartenza di lunedì è a tinte fosche anche per Juri Meneghetti della Filctem Cgil. “Continuano ad arrivare anche oggi diverse richieste di cassa integrazione per coprire settembre ed ottobre; domande che si vanno ad aggiungere a quelle già recepite prima delle ferie di agosto – dice – Si tratta di decina di domande sia per l’industria che per l’artigianato. Il flusso delle richieste non accenna a diminuire. Le previsioni che giungono dal distretto non sono rosee: sarà un autunno duro”.

L’apprensione della Filctem Cgil è dettata anche dal fatto che “in alcuni casi, come nell’ambito dell’artigianato, il monte ore sta finendo. Non ci possiamo permettere, visti i tempi che corrono, che gli ammortizzatori sociali finiscano. E’ per questo che chiediamo che siano rinnovati. Altrimenti il rischio imminente interessa l’occupazione: se non riparte il settore, il lavoro in alcune parti della filiera richiede copertura fino a che la crisi non si sblocca”.

Per Mirko Zacchei, segretario generale Femca Cisl Firenze e Prato, la situazione continua ad essere grave e seria, “ma non si registra un aggravemento con un effettivo aumento di richieste di cassa integrazione”.

“In agosto sono arrivate una decina di domande aggiuntive rispetto al boom del mese di luglio. Ma si tratta di richieste che possiamo definire fisiologiche con il periodo dell’anno. La novità più allarmante è stata quella di luglio. Basti pensare che dal primo luglio tra Prato e Firenze sono arrivate circa 300 mail delle quali gran parte legate alla necessità di ammortizzatori sociali”.

Se per Zacchei il contesto non è peggiorato, però “non c’è da stare tranquilli” e restano ancora valide le proposte fatte da Cisl nazionale insieme alle altre organizzazioni sindacali confederali. “C’è necessità di una seria progettazione di politiche industriali che sappiano rilanciare l’intera filiera e di sostegno per l’innalzamento delle richieste di cassa integrazione – conclude Zacchei –. Al Governo continueremo a chiedere ulteriori agevolazioni per la crescita delle imprese dal punto di vista dimensionale”.