Prato, 29 ottobre 2021 - "L’intera filiera tessile è in ginocchio. L’aumento dei costi energetici rischia di far chiudere il distretto". Un nuovo grido dall’arme arriva dalle imprese pratesi, questa volta per voce di Cna e Confartigianato, che si affidano a un comunicato congiunto per esprimere tutta la preoccupaziome dei propri associati. "E’ innegabile che la filiera sia tutta in sofferenza – dice il presidente di Federmoda Cna Francesco Viti –, dai committenti ai terzisti, ed è chiaro che, ora più che mai - a fronte di un aggravio dei costi dell’energia che pesano per oltre il 40% sui fatturati medi di un’azienda terzista - nessuna azienda è più in grado di assorbire, come abbiamo fatto da sempre, questa ulteriore batosta. Per questo è necessario richiamare le produzioni e i brand alle loro responsabilità e spingere per una revisione generale dei compensi di lavorazione imposti all’intera filiera. Il distretto non può più sostenere, oltre ai costi degli investimenti, anche gli aumenti dell’energia. Adesso più che mai serve un’azione unitaria di tutto il distretto, compatto, anche verso i nostri livelli nazionali – aggiunge –, con il supporto e il coinvolgimento di tutti i parlamentari dell’area, per introdurre in legge di bilancio strumenti e risorse da destinare al sostegno dell’intera filiera tessile".
Sul forte rialzo dei costi energetici nei giorni scorsi c’è stato un vertice fra Confartigianato, Cna e la Sezione Moda di Confindustria Toscana Nord per capire come affrontare al meglio un aggravio che inevitabilmente si abbatte con forza sul distretto tessile pratese, in particolare per quanto riguarda le relazioni tra aziende committenti e terziste.
"L’incontro è stato senz’altro positivo – commenta il presidente nazionale dei Tessili Confartigianato, Moreno Vignolini – a questi tavoli siedono tutte persone che hanno veramente a cuore il distretto. Sarà tuttavia importante monitorare quella zona franca, dove soggetti non appartenenti ad alcuna associazione, potrebbero continuare a operare in situazioni anomale con atteggiamenti vessatori verso le aziende terziste. Unico rammarico è la mancata adesione da parte di Confindustria a una comunicazione unitaria su questi temi, che avrebbe rappresentato un segnale importante e più forte per tutti gli operatori del distretto". Nell’incontro tra le associazioni, comunque, anche Confindustria, che rappresenta gran parte dei committenti ma anche diversi terzisti, ha manifestato piena consapevolezza della necessità che, alla luce degli aumenti dei costi energetici, in molti casi andranno rimodulati gli importi dei compensi di lavorazione delle aziende terziste.