
Uno dei negozi in centro storico
Prato, 27 marzo 2025 - Prato è la città toscana che tiene maggiormente rispetto al fenomeno della desertificazione commerciale: in 12 anni (dal 2012 al 2024) ha perso il 15,6% dei suoi negozi, ma pur essendo negativo il dato risulta il migliore a livello regionale. È quanto emerge dall’ultima ricerca diffusa dall’Ufficio Studi di Confcommercio nazionale, che mette in luce una condizione di diffusa difficoltà. Prato è quindi la città che ha resistito maggiormente. Guardando alle altre città, la classifica regionale vede Pistoia all’ultimo posto (29,9%), seguita da Livorno (-28,5%), Arezzo (-26,2%), Massa (-25,8%), Lucca e Grosseto (-24,3%), Firenze (-23,1%), Pisa (-22,5%), Siena (-21,8%). Guardando alla situazione pratese, in dodici anni il commercio al dettaglio è sceso da 1.965 a 1.711 unità. A risentire maggiormente di questa dinamica sono stati risentire maggiormente di questa flessione sono stati i negozi di abbigliamento, calzature, articoli per la casa, giocattoli, librerie, edicole, ferramenta, i banchi del mercato ambulante e le alimentari. Scorrendo la classifica italiana, Prato è 108esima.
“Prato – è il commento del direttore di Confcommercio, Tiziano Tempestini – evidenzia sicuramente un dinamismo imprenditoriale, sul quale incidono le aziende che hanno come titolari residenti stranieri. Politiche attrattive per gli investimenti ed un ecosistema che agevola gli imprenditori hanno consentito di attutire una crisi generalizzata. Questo non significa affatto, come evidenziano i dati, che la città sia esente dal processo di desertificazione commerciale in corso, ma evidenzia come si debba continuare a lavorare per rafforzare gli strumenti. Penso ai progetti che riguardano la costruzione di una Dmo e ai Distretti del Commercio. A questo ultimo proposito, Confcommercio si farà promotrice sul territorio, nell’ambito del progetto nazionale Cities, di una proposta complessiva con l’obiettivo di arrestare e invertire il ciclo negativo. A Prato, più che altrove in Toscana, supportare il tessuto economico è cruciale anche per la battaglia sulla sicurezza: le attività che popolano vie e piazze, con le loro luci e i bandoni aperti, sono presidio e deterrenza attiva. Ma, prima ancora, se il commercio si spegne, anche la vita sociale e culturale della città svanisce. Ecco perché Prato, pur dimostrandosi il contesto più virtuoso in Toscana, non può permettersi di abbassare la guardia”.