Prato, 24 dicembre 2023 – Il consiglio regionale della Toscana ha approvato a maggioranza l’emendamento, a firma del presidente Eugenio Giani, che aumenta l’aliquota regionale Irpef per reperire 200 milioni di euro necessari a ripianare il bilancio della sanità, un buco che la Regione attribuisce alla mancata erogazione di fondi dal governo per il cosddetto payback.
La manovra di fine anno colpirà oltre 52mila pratesi con redditi superiori a 28mila euro. La forbice di aumento è varia e va in base al reddito: da un minimo di 10 euro ad un massimo di 165 al mese. Soldi che usciranno dalle tasche di un pratese su tre, in base ad una prima e parziale analisi della Funzione pubblica Cgil basata sulle dichiarazioni dei redditi 2021.
L’aliquota regionale Irpef salirà dall’1,73% al 3,33% per i redditi oltre i 50mila euro lordi annui, e dall’1,68 al 3,32% per quelli tra 28mila e 50mila. Nessuna modifica, invece, per i redditi sotto i 28mila euro. Ad esempio sono circa 39mila i pratesi con un reddito da 28.000 a 55.000 e per loro la maggiorazione varierà da 9 a 36 euro al mese. Con un reddito da 55mila a 100mila euro i contribuenti sono circa 5000 (maggiorazione 36 euro al mese), mentre i 2219 cittadini con un reddito da 100mila a 120mila euro avranno un aumento di 96 euro mensili. Oltre i 120.000 euro in 1736 subiranno un ritocco da 123 a 163 euro, sempre al mese.
«Il governo non riconosce alle Regioni le risorse a loro destinate – sottolinea Sandro Malucchi, segretario generale della Fp Cgil di Prato e Pistoia – Il governo attacca la salute dei cittadini toscani. È evidente il caso del mancato finanziamento del sistema sanitario tramite il payback, previsto per altro da una legge dello Stato. Il governo indebolisce il bilancio della Regione che chiede un sacrificio ai più abbienti. A fronte di questo sacrificio, che colpisce il 27% dei contribuenti pratesi e salvaguarda i redditi più bassi, la Regione può e deve dare di più". Secondo il sindacalista infatti servono sevizi migliori: "Quello del pagamento delle tasse è un patto che regge solo se i cittadini vedono un effetto tangibile, a partire dalle liste d’attesa, e se il sistema sanitario si riorganizza per rendere più efficace l’investimento nella sanità pubblica. Occorre valorizzare il sistema premiando economicamente il lavoro del personale sanitario e riorganizzando il lavoro cominciando dalla sfida della sanità con cui garantire il diritto alla salute".