FEDERICO BERTI
Prato

Jarmusch, il regista che lanciò Benigni, ora racconta di Gaetano Bresci

Nel nuovo film del maestro americano, "Paterson", spunta l'anarchico che uccise re Umberto

Paterson (di Jim Jarmusch)

Prato, 10 gennaio 2017 - In "Paterson", nuovo film del grande regista Jim Jarmusch appena arrivato sugli schermi, si parla di Gaetano Bresci, l’anarchico pratese che il 29 luglio del 1900 a Monza uccise con tre colpi di pistola il re d’Italia Umberto I di Savoia. Ma come è possibile che in un film americano diretto da uno degli autori più stravaganti e coraggiosi si parli di un pratese dimenticato?

Tutto parte dal luogo in cui è ambientato il film. Siamo nel New Jersey, appunto a Paterson, una cittadina di centocinquantamila abitanti capoluogo della contea di Passaic. La vita scorre tranquilla per il protagonista, un giovane autista di pullman che coltiva ogni giorno la grande passione per la poesia. Sul bus che conduce quotidianamente, a un certo punto due ragazzi giovani cominciano a parlare di quell’italiano che proprio a Paterson si era rifugiato dopo aver ricevuto l’amnistia nel 1896 (era stato condannato per oltraggio e rifiuto di obbedienza alla forza pubblica). Bresci scappò negli Stati Uniti e proprio a Paterson trovò lavoro in una industria tessile entrando poi in contatto con la comunità anarchica di emigrati italiani, diventando un autentico punto di riferimento e occupandosi della rivista "La questione sociale".

Lottò a lungo per migliorare le condizioni di vita degli operai di Paterson, battaglia che fu poi portata avanti da una delle due figlie avute in America dall’irlandese Sophie Knieland, senza mai dimenticare quello che stava succedendo in Italia. Sul finire dell’Ottocento decise di far ritorno nel suo paese con l’obiettivo preciso di uccidere il re d’Italia. Tornato a Prato si allenò persino al tiro a segno di Galceti. Quello che successe dopo è nei manuali di storia.

Strano che nessun cineasta italiano e nessun cineasta pratese abbia mai pensato a un film su Gaetano Bresci, nato a Coiano nel 1869. Una vita avventurosa come la sua lo avrebbe meritato di sicuro. Ci ha pensato il maestro Jim Jarmusch che evidentemente ha un occhio di riguardo per i pratesi. Più di trent’anni fa l’autore nato nel 1953 nell’Ohio, scelse e lanciò uno sconosciuto Roberto Benigni nel film "Daunbailò" (almeno dieci anni prima del successo internazionale de "La vita è bella"). Che sia stato Benigni a raccontare a Jarmusch la storia dell’anarchico Gaetano Bresci?